Per un turismo di qualità, motore dello sviluppo regionale e con un Casinò privato. Valorizzazione della cultura materiale e immateriale.
Una particolare attenzione merita il settore turistico che dovrebbe essere – nell’ottica di concentrare gli sforzi di investimento per creare occupazione – il motore principale della ripartenza valdostana, favorendo investimenti privati e continuando l’opera di ammodernamento degli impianti di risalita.
L’obiettivo deve comunque essere quello di un turismo non solo stagionale, ma di far crescere le proposte durante la primavera e l’autunno.
Molto si può fare attraverso la promozione della Regione e delle sue ricchezze, partendo ad esempio dalla nostra proposta del Marchio Ombrello Valle d’Aosta, che potrebbe costituire un volano e una garanzia anche in tempo di crisi per il turismo valdostano.
Un intervento temporaneo e condiviso tra Regione e Enti locali che dovrebbe aumentare gli investimenti e far emergere le situazioni non chiare dovrebbe prevedere l’azzeramento dell’IMU per gli immobili utilizzati per le attività ricettive. Ciò dovrebbe avvenire senza penalizzare i bilanci degli enti locali e finalizzando lo sgravio per i soggetti in regola con attività alberghiere o extra alberghiere, al fine di rinnovare il parco immobiliare ed incentivare anche la nascita di piccole nuove attività ricettive, magari creando reti di supporto (alberghi diffusi o b&b gestiti in cooperative).
Un accenno a parte ma doveroso al Casinò de La Vallée, visto che è stato l’elemento che ha inciso in maniera indiscutibile sulla consigliatura che si sta concludendo.
Non è più pensabile immettere altro denaro in nell’azienda perché la drastica riduzione delle risorse non può che obbligare la politica a scelte più oculate e prioritarie rispetto alla Casa da gioco. Diventa però anche controproducente rinunciare ad un’azienda e a delle professionalità che sono maturate nel tempo nel Casinò.
L’unica via d’uscita pare essere quella di un “concordato preventivo in continuità di gestione” che possa permettere la ristrutturazione dell’azienda e la definizione di un nuovo contratto aziendale del turismo al fine di ridurre i costi di gestione e preparare l’azienda ad una privatizzazione (mantenimento della proprietà pubblica e esternalizzazione della gestione aziendale) che possa consentire la trasformazione del Casinò da semplice luogo di gioco a elemento di intrattenimento a trecentosessanta gradi. Qualora non fosse possibile far ripartire economicamente il Casinò non sarebbe uno scandalo iniziare a pensare alla chiusura progressiva e un recupero alberghiero del Billia come albergo a 4 o 5 stelle.
Uno sguardo attento meritano anche le grandi ricchezze culturali materiali e immateriali della nostra regione che sono un patrimonio da tutelare e promuovere, provando a guardarle anche dal punto di vista dello sviluppo economico, pensando che molte persone lavorano in questo ambito e potrebbero essere anche di più.
La nostra Regione è ricca di castelli, monumenti, reperti archeologici e altri siti di interesse. In questo campo le possibilità dateci dalla nostra autonomia sono tante.
Servirebbe una diversa pubblicità dei punti museali di eccellenza, quali il Forte di Bard, il nuovo centro museale di Saint Martin de Corléans, dei castelli e dei tanti eventi culturali che si svolgono ogni anni in Valle d’Aosta: un intervento necessario per attrarre un tipo diverso di turismo. La proposta è quella di creare una Carta Unica dei Siti Regionali, che permette di accedere liberamente e ogni volta che lo si desidera, per 365 giorni dalla data di acquisto, ai siti culturali della regione aderenti al progetto, anche creando un protocollo d’intesa con la Regione Piemonte.
Per ultime, ma non per questo meno importanti, sono parte della cultura immateriale della nostra Regione anche le tradizioni e l’enogastronomia, che sono beni da promuovere e valorizzare, non solo a livello turistico, ma anche di sviluppo economico più generale, a partire dai settori dell’agricoltura e dell’artigianato.