Una pubblica amministrazione che funziona – assetto amministrativo, snellimento, sburocratizzazione, efficientamento amministrativo, innovazione.
Costruiamo un nuovo rapporto tra cittadini e amministrazione. Troppo spesso i cittadini si sentono sudditi nel rapporto con la pubblica amministrazione. Costruiamo una pubblica amministrazione regionale trasparente e amichevole verso i cittadini e le imprese, investendo in formazione e valorizzazione delle capacità già presenti. A tal proposito, la proposta di azioni di ridistribuzione e riqualificazione del personale interno sopracitata per le tematiche ambientali è da ritenersi valida per tutto il settore pubblico. Inoltre, per costruire una pubblica amministrazione trasparente non basta applicare meramente le leggi sulla trasparenze e contro la corruzione. Servono, infatti, nuove modalità di gestione e far entrare i cittadini nelle scelte decisionali e nella loro vigilanza (ad esempio, agevolando la nascita di progetti come le comunità monitoranti sulle opere pubbliche). Non solo l’amministrazione pubblica, ma anche tutto l’ampio settore degli enti regionali e delle aziende partecipate deve realizzare un’approfondita opera di recupero dell’efficienza e di eliminazione di sprechi e opacità.
Partendo dalla Regione, occorre ripensare completamente la macchina amministrativa che deve essere strutturata su massimo 5/7 componenti di Governo (compreso il Presidente) e orientata per obiettivi anche trasversali e non per aree omogenee. Occorre investire risorse umane sullo snellimento della macchina amministrativa, sul procedimento amministrativo. Per raggiungere l’obiettivo di una buona Pubblica Amministrazione è necessario avere dei vertici competenti. L’attuale sistema di “spoil system” nella scelta dei Dirigenti, inserito in un sistema in cui sono presenti dirigenti assunti a tempo indeterminato con qualifica dirigenziale e inamovibili indipendentemente dalla qualità del lavoro e dalla volontà di continuare a formarsi, non funziona. Bisogna andare verso l’albo unico della dirigenza pubblica e prevedere una scuola di alta specializzazione con l’aiuto dell’Univda affinché la dirigenza pubblica possa acquisire competenze più complesse, possa formarsi adeguatamente ed essere un modello di competenza ed efficienza.
Bisogna riconoscere il merito e le competenze prevedendo concorsi triennali o quinquennali con valutazioni costanti dei dirigenti e qualora non ottengano valutazioni sul merito sufficienti dovrebbe essere possibile ricollocarli come funzionari. Non più quindi dirigente a vita, ma dirigente a tempo e con obiettivi chiari specifici e misurabili e mantenimento del posto di lavoro come funzionario.
Occorre mettere in piedi una vera e propria task force con l’obiettivo primario di effettuare una vera e duratura “spending review” al fine di ristrutturare il bilancio regionale (e ridurre le spese correnti a livelli più fisiologici degli attuali che ingessano il bilancio regionale). Una seconda task force, invece, dovrebbe occuparsi di sburocratizzare e di passare al settaggio tutti i tipi di procedimento amministrativo per renderli più semplici e più veloci (e per eliminarne anche alcuni).
Una burocrazia più semplice, dirigenti più preparati, una pubblica amministrazione che aiuta il cittadino e le imprese.
Occorre inoltre realizzare la transizione verso l’amministrazione digitale. Il passaggio a un’amministrazione pubblica che agisca stabilmente mediante le tecnologie digitali necessita di ulteriori interventi.