Più che governo del cambiamento, sembra una grande ammucchiata.
Si è aperta in questi giorni, con la prima seduta del Consiglio regionale e con l’elezione del nuovo Presidente del Consiglio e del nuovo Governo regionale, la XV legislatura. Tutto questo, a detta della nuova “maggioranza”, all’insegna del cambiamento e del bene supremo dei valdostani.
Viene però da chiedersi quale sia la portata reale di questo cambiamento. Perché non è sufficiente eleggere un Presidente di Regione donna per dichiarare il cambiamento quando i cittadini vedono davanti ai loro occhi ex Assessori regionali tornare a fare gli Assessori, quando si assiste a cambi di casacca per occupare una poltrona, quando le deleghe vengono spartite in modo dubbio senza avere bene in mente come funziona la macchina amministrativa (per quale motivo ad esempio la formazione professionale è stata messa sotto l’assessorato alla Sanità?). Un programma non chiaro, la cultura non pervenuta, l’istruzione appena citata. Cosa si farà contro l’abbandono scolastico? Cosa ne sarà dell’ospedale? Quali politiche verranno messe in campo per i giovani che non trovano lavoro? Su questi interrogativi, e su tanto altro, in questi due giorni di Consiglio regionale questa maggioranza risicata, e fondata non su comunanza di idee ma su voglia di occupare posti di potere, non ha fornito risposte. Né sono chiare le modalità e le tempistiche con cui il lungo elenco di buoni propositi verrà messo in atto.
Il Partito Democratico della Valle d’Aosta non rimarrà però fermo a guardare la nave che affonda: saremo tra i cittadini valdostani che continueranno come noi a porsi queste domande e a cercare insieme a loro soluzioni concrete per uscire definitivamente dalla crisi.
A questa “maggioranza” l’onere di governare la Valle d’Aosta, ma se il buongiorno si vede dal mattino i presupposti di oggi non sono certamente buoni.