Il Partito Democratico della Valle d’Aosta ha, da inizio consiliatura, convintamente sostenuto l’attuale Giunta regionale espressione di una coalizione autonomista e progressista, guidata da Erik Lavevaz che è stata capace di affrontare con serietà e pragmatismo uno dei momenti più difficili della storia nazionale e valdostana, tra pandemia, crisi energetica e una guerra di aggressione che si combatte alle nostre porte. Lo ha fatto, dunque, nonostante le difficoltà, con una collocazione politica chiara e ribadita, sia nelle ultime elezioni politiche, sia nei giorni scorsi ai nostri alleati.
Il sostegno alla Giunta Lavevaz non è mai mancato neppure dal gruppo FP-PD in Consiglio regionale, avendo lo stesso subito una dolorosa scissione pur di non disperdere questa esperienza di governo e avendo saldamente garantito l’operatività della Giunta e della maggioranza anche nei mesi primaverili, quando ipotesi di cambi di maggioranza sembravano imminenti.
Una maggioranza a 18 ha numeri risicati ma se è coesa può governare una Regione.
Al tempo stesso non abbiamo mai negato le difficoltà nell’amministrare con numeri così minimi, tant’è che, nei mesi scorsi, abbiamo peraltro chiesto di rinforzare la maggioranza. Lo abbiamo fatto per cercare una maggiore stabilità ed una maggiore incisività, che richiede un fronte ampio di forze responsabili, in un momento in cui sono necessarie scelte strategiche per il futuro, auspicando un allargamento della maggioranza a tutte le forze autonomiste e progressiste presenti in Consiglio regionale. Non si è voluto perseguire quella strada e ne prendiamo atto.
Oggi, appare dunque di difficile comprensione il cambio di un Presidente della Regione che non è mai stato sfiduciato e che gode della stima delle forze politiche che compongono la maggioranza. Non si tratta di un pronunciamento sulle persone, ma a nostro avviso ci vuole maggiore prudenza ed una maggior condivisione rispetto ad un’eventuale scelta diversa che richiede anche passaggi consiliari estremamente delicati.
Nessuno mette in dubbio che la Presidenza della Regione possa essere espressa dal movimento che, in questa maggioranza, esprime il gruppo più numeroso ma l’eventuale azzeramento di un esecutivo con cambi di deleghe e conseguente riorganizzazione della macchina amministrativa, comprometterebbe l’efficienza e l’efficacia dell’azione di governo per mesi.
Ci chiediamo se questo sia il momento giusto. Lo facciamo avendo massimo rispetto per le scelte che competono ad altre forze politiche ma crediamo che il garante politico della coalizione, vale a dire il Presidente della Regione, debba essere condiviso da tutti, affrontando insieme, oltre ai nomi per le cariche apicali, anche gli obiettivi programmatici e l’individuazione delle priorità che questa maggioranza vuole darsi.
Chiediamo dunque che nelle prossime ore si attivi un proficuo e serrato dialogo per capire come uscire da questa situazione, senza forzature che non aiutano a risolvere i problemi. Va fatto in tempi brevi, con certezze politiche e programmatiche che traguardino la fine della legislatura.