Valle d’Aosta e autonomia differenziata, un dibattito delicato da affrontare in modo serio e senza nessun tentativo di mettere bandierine.
In questa Regione, per tutte le ragioni storico e culturali che ben conosciamo, un no all’autonomia senza declinarlo localmente non sarebbe capito da molti e sarebbe strumentalizzato. Certo è che la riforma in questione promossa dal Governo non lascia spazio a dubbi. È una riforma pericolosa perché amplia la sperequazione tra i territori, perché affida nuove competenze alla regioni ordinarie senza mettere risorse per la sostenibilità finanziaria di tale scelta, condannando un pezzo di Paese all’oblio. Peraltro una riforma raffazzonata prima dell’appuntamento delle elezioni europee, per permettere alla Lega di rivendicare il risultato.
Per questa ragione abbiamo costituito nei giorni scorsi un comitato con altri partiti valdostani e con le forze sociali, per raccogliere le firme contro questa riforma. Lo facciamo convintamente perché siamo per l’autonomia, ma non siamo per questa autonomia differenziata che spacca l’Italia.
Tocca a noi dunque assumere l’onere di spiegare in Valle d’Aosta perché siamo contro a questa autonomia e non contro il concetto di autonomia. Per farlo abbiamo organizzato un appuntamento fissato per lunedì 29 luglio alle ore 17.45 presso l’Hotel des Etats (municipio di Aosta) con il Sen. Alessandro Alfieri, responsabile riforme del PD nazionale, a cui parteciperà il Prof. Robert Louvin, Professore Associato di diritto pubblico comparato presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Trieste. Perché dirsi contro l’autonomia a prescindere risulterebbe in Valle d’Aosta antistorico e fuorviante. Anzi dovremmo rivendicare con forza la nostra Autonomia e uno straordinario Statuto Speciale della Valle d’Aosta.
Proviamo dunque a discutere di merito, proviamo a spiegare ai valdostani e alle valdostane che la riforma Calderoli non aiuta la vera autonomia, e proviamo a immaginare di innovare lo Statuto per traguardare il futuro, promuovendo un dibattito ampio, partecipato, perché la mera rivendicazione sul tema autonomia non basta.
Sembrano questione molto tecniche, ma il realtà sono questioni identitarie e fondamentali, che provengono dalla lotta antifascista. Non vanifichiamo quello sforzo comune che risale a oltre 75 anni fa.