“Il Pride non serve”; “Tutti abbiamo gli stessi diritti, non dobbiamo aggiungerne a una nicchia”; “Usiamo i soldi pubblici per aiutare le famiglie”.
Queste sono solo alcune delle affermazioni apparse sui social in questi giorni dopo la seconda parata dell’Aosta Pride.
Proviamo a fare chiarezza. Pensare alle famiglie significa pensare a tutte le famiglie siano esse di coppie etero o arcobaleno, o di altro tipo. Non esiste una sola tipologia di famiglia. Il sostegno pubblico del comune di Aosta non è esclusivo per la parata, ma ha obiettivi culturali. Le tre settimane del Pride 2024 hanno visto un calendario ricco, da spettacoli teatrali, alla presentazione di libri, laboratori per bambini, momenti di riflessione e approfondimento che hanno coinvolto oltre 1500 persone.
Perché parlare di diritti è fondamentale? Perché non tutti abbiamo gli stessi diritti, cerchiamo di fare degli esempi. Matrimonio e unione civile non sono la stessa cosa, il primo riservato solo alle coppie eterosessuali e la seconda alle coppie omessuali che a differenza delle prime non possono adottare. Aggiungiamo l’approvazione della legge che definisce la gestazione per altri come reato universale dei giorni scorsi volta a colpire non solo la libertà delle donne di decidere del proprio corpo, ma anche la possibilità di alcune coppie di avere dei figli (a meno che tu non sia Elon Musk, a lui tutto è concesso perché amico del Governo Meloni). Vi invitiamo a leggere l’approfondimento de L’Espresso di un paio di anni fa, ma ancora attuale per comprendere perché i diritti non sono uguali per tutti (https://lespresso.it/c/politica/2022/6/10/diritti-lgbt-tutte-le-leggi-che-mancano/38311).
Insomma oggi parlare di diritti serve, farlo al Pride consente una partecipazione ampia, allegra, colorata e soprattutto collettiva in cui tutti e tutte sono in piazza con il solo obiettivo di parlare di diritti. Supportare le persone omosessuali senza lasciarle nell’ombra, non farle sentire isolate, significa creare consapevolezza nella comunità, contribuendo anche a evitare fenomeni di discriminazione purtroppo presenti in tutto il Paese, che ad oggi non ha una legge contro i crimini d’odio, nonché un adeguamento del diritto penale al reato d’odio omotransfobico.