Le vittorie in Emilia Romagna e in Umbria ci spiegano una cosa piuttosto semplice. Un programma innovativo, la difesa di caposaldi come la sanità pubblica, la transizione ecologica, un modello di sviluppo che innovi e la proposta di 2 candidati solidi come Michele De Pascale e Stefania Proietti fanno la differenza. Un rapporto chiaro e schietto con la popolazione fatto di molti incontri per spiegare e condividere un’idea, un futuro.
È quello che faticosamente stiamo provando a fare in Valle d’Aosta, dove abbiamo riservato parecchie energie alla costruzione di una bozza di programma che verrà presto condiviso con gli iscritti e con chi avrà voglia di ragionare con noi. Non si tratta di un esercizio di stile, ma si tratta di costruire un patto che preceda il momento elettorale che offra garanzie. E chi già oggi si sfila da questo ragionamento sbaglia, così come chi pensa che il PD possa vivere di autosufficienza. Già ora le esperienze amministrative più grandi a cui il PD partecipa ci spiegano come o il fronte è ampio, e in alcuni casi pure molto articolato nella sue differenziazioni, oppure il rischio è quello di sdoganare ed accreditare una destra (perché di centro resta proprio poco) che anche in questa Regione e nei nostri comuni importerebbe modello politici e amministrativi divisi e molto poco efficaci.
Non ci interessano le formule, ma siamo convinti che questo fronte comune esista e si debba concretizzare. Lo chiederemo ai nostri alleati e cercheremo in tutti i modi di renderlo più corposo. I no pregiudiziali, infarciti quasi sempre di questioni personali non ci convincono. Ci convince invece un dialogo costruttivo con tanti. Non per fare un fronte comune contro qualcuno, ma per marcare le assolute differenze con una destra già malconcia. Perché si contrappongono 2 idee distinte di società e di paese che abbiamo l’onere di spiegare che esiste ancora un paese aperto, solidale, innovativo che non divide ma che cerca di tenere assieme tutti.