L’obiezione principale è sempre quella: parlare di fascismo è superato e non ha senso. Ora vorrei essere molto, ma molto chiaro. Io non ho paura di rivedere gente con il fez, o le camicie nere e continuerò a passare tranquillamente in Piazza Venezia a Roma, ma continuo a temere un nuovo fascismo (lo vogliamo chiamare 2.0?) che le vicende di questi giorni ci raccontano con una crudità e una rinnovata recrudescenza.
Le indagini di Fanpage fanno impressione. La galassia nera non è un fenomeno marginale e ormai nemmeno sconosciuto. È un qualcosa di strutturato che preoccupa. L’antisemitismo spiega come i conti con il passato non sono ancora stati fatti e questo governo sta sdoganando il peggio. Si vede dalla fatica con cui si condannano tali episodi che la destra derubrica a folklore fino a quando non sono talmente clamorosi. Anche di fronte alle minacce nei confronti della nostra Segretaria Elly Schlein un silenzio tombale. Non è normale, non è accettabile. È un fenomeno che va combattuto senza timidezze, senza esitazione.
La risposta democratica di buona parte del Paese è un buon segnale. Il silenzio imbarazzato di un pezzo della destra è sintomatico di un brutto momento, il silenzio della Premier scandaloso.
La maturità politica si misura nella capacità di elaborazione e nell’essere al passo con i tempi che si vivono elaborando la storia da cui si arriva. Da questo punto di vista la destra ha di fronte a se un cammino lungo che pare non si voglia neanche iniziare. E non basta dire ci hanno votato, tocca a noi e resteremo. Io ho la sensazione che la sbornia stia per finire. E concordo con la frase della segretaria Schlein che dice alla premier “stiamo arrivando.”
Lo faremo e succederà prima di quanto immaginiamo. Tocca a noi. Mettiamoci al lavoro!