Le persone al centro

Asse strategico 2 : Istruzione – Scuola e Università – cultura

L’istruzione scolastica è elemento fondamentale per il rilancio della nostra Regione. Infatti dispersione scolastica, bassi livelli di rendimento, disagi adolescenziali, presenti anche nella nostra regione sono tutti sintomi di povertà educativa. Prioritario è risolvere il dramma dell’abbandono scolastico, attraverso politiche mirate che coinvolgano non solo la scuola, ma il mondo giovanile in senso più ampio avendo bene in mente una visione generale delle politiche giovanili. Sicuramente sono da potenziare l’offerta formativa specie nel settore tecnico-professionale e il sostegno allo studio.

Sarà necessario concentrare una parte degli investimenti nel miglioramento delle strutture scolastiche: servono luoghi più belli e funzionali e servono più spazi per lo svolgimento dell’attività sportiva (oggi pochi istituti, soprattutto ad Aosta, hanno una palestra e vengono spese cifre importanti per il trasporto degli alunni dalle loro scuole alle palestre disponibili, soldi che potrebbero invece essere investiti in infrastrutture).

L’Istruzione ha subito enormi tagli nei finanziamenti durante gli anni della crisi, ma il modello non è minimamente cambiato. La maggior parte delle risorse finanziarie (esclusi gli stipendi dei docenti) delle istituzioni scolastiche e della Sovraintendenza è concentrata sui docenti (Bonus 500 €, FIS e fondi per attività aggiuntive di insegnamento, valorizzazione del merito docenti) e poco rimane per lo svolgimento di ulteriori attività e acquisto di beni di investimento (apparecchiature informatiche, ma anche banchi e sedie). L’approvazione del nuovo regolamento di contabilità e il rinnovo contrattuale saranno una possibilità per ricostruire un nuovo modello di scuola valdostana, modello che va immaginato insieme a chi la scuola la vive e la manda avanti: personale scolastico docente e non docente, famiglie e studenti, rappresentanze di categoria. Basta con le riforme calate dall’alto.

Bisogna ripensare il ruolo della Sovraintendenza (nella nostra regione svolge in parte il ruolo di ufficio scolastico regionale), che deve diventare, diversamente da oggi, un punto di riferimento per le Istituzioni scolastiche, offrendo supporto legislativo e organizzativo per liberare dall’eccessivo peso degli adempimenti burocratici le scuole, liberando risorse umane nella programmazione didattica e nella ricerca di collaborazioni esterne. Inoltre, si potrebbero risparmiare risorse umane ed economiche anche promuovendo la centralizzazione di alcuni acquisti, tramite l’allargamento alle Istituzioni scolastiche della possibilità di usufruire della Centrale Unica di Committenza. L’autonomia scolastica non può essere la scusa per non portare avanti una visione coerente della scuola in tutta la Valle d’Aosta: servirà una revisione degli adattamenti della normativa nazionale scolastica e occorrerà migliorare il sistema dell’alternanza scuola-lavoro nell’applicazione concreta, anche con l’introduzione di buone pratiche e di regole uniformi per tutta la Regione.

L’Università, in previsione dell’apertura della nuova sede, deve essere rilanciata non solo attraverso il potenziamento dei corsi esistenti, ma anche ampliando l’offerta a settori scientifici particolarmente richiesti sul mercato e corsi che possano sfruttare le risorse e i punti di forza del territorio, andando a costituire corsi di Laurea di eccellenza che possano attrarre studenti da fuori Valle. Per fare ciò, è necessario, però, investire risorse sul territorio per fornire agli studenti universitari luoghi di aggregazione, ma non solo, come ad esempio studentati e aule studio.

Oltre alla cultura materiale, in Valle d’Aosta è ricchissima e presente la cultura immateriale, basti pensare agli ambiti della musica e del teatro.

Ci si deve chiedere attraverso quale genere di intervento, o di interventi coordinati, si possa realizzare un piano, non solo per salvaguardare il teatro locale, ma per fare sì che possa divenire uno dei fiori all’occhiello della nostra regione, partendo dall’assunto che l’arte e la cultura in genere sono forme di bellezza assoluta che garantiscono all’Umanità il passaporto per il futuro. Il senso del teatro non è quello di dare risposte o far scivolare piacevolmente il tempo, ma quello di tentare di cogliere i segni del tempo; è una piazza, un’agorà, un osservatorio all’interno del quale le persone possono dibattere, riflettere, provarsi, tentare di comprendere dove sono e dove intendono andare senza pregiudizio e coraggiosamente. Il Teatro, oggi più che mai, non può esistere per sé stesso ed esercitare azioni avulse dal territorio: deve anzi lavorare anche, e soprattutto, per il territorio in cui nasce e si sviluppa. Artisti e Istituzioni devono immaginare e vedere insieme dove andare. Ma come può l’Istituzione valorizzare il teatro? Attraverso adeguati sostegni pubblici concessi per merito, in modo da rendere il teatro una modalità di espressione libera e non vincolata al politico di turno. I tagli subiti nel 2013 devono essere rivisti, anche accedendo a finanziamenti Europei, in un’ottica concertata tra le Istituzioni e le Compagnie teatrali. È necessario che i fondi siano diversificati a seconda che le compagnie teatrali siano professionali o amatoriali. Queste ultime hanno comunque diritto di esistere e di essere sostenute in quanto espressioni artistiche arricchenti e fondamentali per il nostro tessuto culturale. È importante tornare a considerare che il teatro, oltre a creare un substrato culturale e a rafforzare la consapevolezza di un popolo, è attività che crea lavoro (solo per dire: Edimburgo e Avignone – ma gli esempi che si potrebbero fare sono innumerevoli – durante i loro festival spostano popoli che portano risorse economiche e vita intellettuale). Il Teatro ha bisogno di spazi in cui creare, in cui invitare le persone a vedere e pensare insieme, in cui generare occasioni di incontro e di confronto col teatro stesso, dai capannoni ex industriali ai siti archeologici, dalle chiese sconsacrate agli edifici da riqualificare e in stato di semiabbandono (e la Regione possiede uno sterminato patrimonio di questo tipo che può essere ridato alla collettività anche attraverso attività artistico-culturali).

Anche il settore della musica in Valle d’Aosta merita la giusta attenzione. Nel constatare il diffuso livello di alfabetizzazione musicale nella nostra Regione, dovuto anche alla diffusione capillare che le diverse anime della Fondazione Viglino realizzano da anni sull’intero territorio valdostano, intendiamo operare al fine di una migliore valorizzazione di tutte le forze attive in campo musicale: dagli ensemble di musica tradizionale, al sistema corale e bandistico, alle diverse istituzioni di formazione musicale. Tra queste ultime (oltre alle Scuole Medie ad indirizzo musicale e al Liceo Musicale, strutturati secondo il sistema statale), le due maggiori istituzioni, dai ruoli differenziati, ma complementari: la SFOM che, offrendo un ampio ventaglio di possibilità legate ad un’offerta formativa variegata e aperta a nuovi linguaggi e a culture musicali altre, è in grado di attirare tipologie di utenza diversificate, e il Conservatoire, inserito nel sistema dell’Alta Formazione Artistica e Musicale nazionale pur con peculiarità di tipo normativo legate all’autonomia valdostana, che prevede il rilascio di titoli di studio di livello universitario e una formazione professionalizzante.

Obiettivo primario è dunque la creazione di un sistema musicale integrato, realizzabile attraverso una sinergica cooperazione fra tutti gli attori musicali nel rispetto delle specificità e delle finalità che li contraddistinguono. Un sistema che, votato per tradizione e per possibilità normative a scambi e opportunità di carattere transfrontaliero, lavorando al fine di una sempre più razionale ricaduta sul territorio, può arrivare a configurarsi come unico in Italia.

Riteniamo inoltre importante che la prestigiosa sede del Conservatoire, patrimonio storico e culturale della città, si apra al territorio e alla popolazione come vetrina di se stessa e dell’attività artistica in essa (e non solo) prodotta.

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