COMUNICATO STAMPA – 5 GIUGNO 2019

CRISI IN REGIONE? SI TORNI A VOTARE

 
Una delle poche certezze della nostra Regione – insieme alle liste di attesa per gli esami medici sempre più lunghe e ai giovani che faticano a trovare un lavoro – è la mancanza di una maggioranza stabile e coesa in Consiglio Regionale. Ormai è sempre più evidente la debolezza delle Istituzioni e lo stallo amministrativo conseguente, mentre l’opposizione sembra incapace di andare oltre la polemica e le sterile schermaglie. L’unica via per risolvere questa crisi è mandare a casa questo Consiglio Regionale e tornare al voto.
“Vero che la nostra Regione ha problemi di governabilità, siamo convinti anche noi che servano anche delle riforme istituzionali per risolvere questa situazione – sottolinea la Segreteria regionale Sara Timpano – ma in Valle d’Aosta ci sono anche problemi di credibilità della classe politica valdostana”. Riformare la Legge elettorale, non può essere la scusa per non ridare la parola ai cittadini. Paradossale è veder proporre modifiche a una legge, appena scritta e votata quasi all’unanimità, per dare più valore al voto dei valdostani, mentre si dimostra nei fatti di far di tutto per non tornarci al voto.
Aggiungiamo il fatto che rimettere mano alla legge elettorale, dopo neanche tre mesi dall’ultima modifica, potrebbe essere l’occasione per qualcuno di tentare di eliminare alcune delle novità introdotte con le ultime revisioni, come quelle per evitare il controllo del voto e in particolare il limite dei tre mandati.
Molti consiglieri si dicono pronti a dare le dimissioni: bastano 18 firme nel giro di tre giorni. Se veramente vogliono dare la parola ai valdostani, si dimettano, a iniziare dai consiglieri della Lega che chiedono da tempo di tornare alle urne.

COMUNICATO STAMPA – 27 MAGGIO 2019

Elezioni Europee: il Partito Democratico è la seconda forza politica della Valle d’Aosta!

I numeri di queste elezioni europee sono chiari: il giorno dopo le elezioni possiamo dire che il Partito Democratico c’è, l’alternativa alla Lega siamo noi!
Per prima cosa, ringraziamo la nostra candidata Edda Crosa, il cui impegno si è trasformato in un ottimo risultato, i volontari che hanno lavorato in questi mesi e soprattutto ringraziamo i più di 8.000 elettori valdostani che hanno deciso di darci fiducia.
I risultati di ieri ci vedono come la seconda forza politica della Valle d’Aosta: sfioriamo il 22% ad Aosta, dove in alcune zone siamo sopra la Lega, e siamo secondi in tanti altri comuni della regione. E’ un risultato che ci spinge a continuare, con ancora più impegno, il lavoro di dialogo con le persone, i territori e le associazioni.
Non possiamo però nascondere che la sfida di oggi, anche in vista delle prossime elezioni comunali, è quella di contrastare la Lega di Salvini.
“Gli elettori ci hanno dato l’incarico di essere argine all’onda nera delle destre, certo però non possiamo pensare di farlo da soli – sottolinea il segretario regionale Sara Timpano – dobbiamo mettere insieme i cittadini e le forze progressiste che non vogliono fare passi indietro sui diritti e che vogliono affrontare la questione ambientale”.

Ciao Orfeo. Il ricordo di Jean-Pierre Guichardaz a un anno dal triste evento

Un anno fa, ti ricordo così caro amico Orfeo…

Ciao Orfeo, ti ricordiamo così…

Eravamo insieme, Orfeo ed io, le ore prima del suo giuramento da consigliere regionale. Ascoltavamo il dibattito per l’insediamento della nuova giunta, seduti uno accanto all’altro nel foyer del Consiglio, e ogni tanto gli davo una pacca sulla spalla per sdrammatizzare un po’, per lenire l’agitazione che, si vedeva, non lo abbandonava neanche per un attimo. Voleva mettersi la cravatta per il suo giuramento, Orfeo, anche se si sentiva soffocare da quel cappio che, mi diceva non era abituato a portare, l’avrebbe messa con gli ultimi bottoni slacciati “per il rispetto dovuto all’Aula”. Si sentiva inadeguato, com’è normale per chi intraprende un compito così importante, ma era già consapevole dell’alto ruolo che sarebbe andato a svolgere, il buon Orfeo. Ha ascoltato la relazione del neo presidente Marquis dentro l’Aula, ha giurato con la voce spezzata dall’emozione, e alla richiesta se voleva dire qualcosa si è limitato ad augurare buon lavoro ai colleghi, dicendo che ci sarebbe stato il tempo buono per lavorare e per dire le cose. Ha voluto offrirci un bicchiere di vino, a Simona e a me, velocemente, perché doveva andare al CSV per una riunione delle sue, perché Orfeo si spendeva senza soste per gli altri, per i mille sfortunati che oggi piangeranno lacrime vere, quelle dei semplici. Mi manchi già tantissimo Orfeo.

12 marzo 2017

Dal Nazionale #DirezionePD

Il coraggio di ripartire, insieme
– Intervento di Maurizio Martina in Direzione –

Credo non sfugga a nessuno di noi la delicatezza di questa Direzione e della fase nuova e dura che si è aperta dopo l’esito del voto del 4 marzo.

Sento innanzitutto il bisogno di riconoscere la scelta che il Segretario ha compiuto dopo il voto, con le sue dimissioni, e voglio ringraziarlo per questo atto forte e difficile ma soprattutto per il lavoro e l’impegno enorme di questi anni.

Sento anche il bisogno, insieme a voi, di non cercare a partire dalla Direzione di oggi scorciatoie o capri espiatori a una sconfitta netta e inequivocabile che ci riguarda tutti, ciascuno per la propria responsabilità, e da cui tutti dobbiamo imparare molto.

Sarebbe folle banalizzare quello che è avvenuto, dividendoci come fossimo tifoserie.

Sarebbe sbagliato liquidare sbrigativamente il voto e per questa ragione propongo a breve la riconvocazione della Direzione Nazionale anche con tutti i parlamentari eletti per andare in profondità nell’analisi e nel confronto fra noi per capire quello che è successo.

Il voto ci consegna un cambio di fase talmente radicale nella sua portata da non poter lasciare alibi a nessuno nel PD, così come in tutte le forze progressiste, europeiste e di centrosinistra.

Non è stata sconfitta solo una forza, la nostra. È stato sconfitto un intero campo politico e culturale.

Non ho timore a dire che si è realizzata una cesura storica tra le culture fondative della Repubblica e il Paese.

Penso che per quantità e qualità degli spostamenti elettorali avvenuti, dobbiamo fare i conti fino in fondo con un quadro che ha cambiato la prospettiva repubblicana.

E vorrei innanzitutto provare a collocare quello che è successo dentro il contesto internazionale e nel momento storico che stiamo vivendo.

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