Aosta, inaugurato il nuovo nido d’infanzia

È stato ufficialmente inaugurato sabato 29 marzo il nuovo nido d’infanzia in piazza Battaglione Cervino, nel quartiere Dora, realizzato grazie a fondi del PNRR e del Comune di Aosta. La struttura, gestita dalla cooperativa Leone Rosso, accoglierà fino a 24 bambini tra sei mesi e tre anni.

Realizzato nell’area di un ex centro sociale, biblioteca e mensa scolastica, il nido dispone di spazi moderni e funzionali, tra cui aule, area accoglienza, sala sonno, bagni, ufficio di coordinamento e giardino d’inverno. L’edificio è progettato per il massimo risparmio energetico, rientrando nella categoria NZEB (Nearly Zero-Energy Building), grazie a impianti fotovoltaici, riscaldamento a pavimento e materiali eco-compatibili.

L’assessora alle Politiche sociali, Clotilde Forcellati, sottolinea l’importanza dell’opera per la riqualificazione del quartiere e il miglioramento della qualità della vita delle famiglie: “l’incremento dei posti nei nidi comunali (+40%) dimostra l’attenzione della città di Aosta verso le esigenze dei bambini e delle famiglie, offrendo servizi stabili per favorire la conciliazione tra vita lavorativa e familiare.

Da questo punto di vista, Aosta si conferma una città particolarmente attenta ai bisogni dei bambini, delle bambine e delle loro famiglie, con un’offerta nei nidi d’infanzia comunali in costante crescita che, dai 126 iniziali, ha raggiunto il numero di 174 posti.

I dazi USA rappresentano una sfida cruciale per il nostro Paese

Che la follia dei dazi USA possa non toccare la Valle d’Aosta è una semplificazione ingiustificata e che sottovaluta del tutto le ricadute che ci saranno anche nel nostro piccolo territorio.

Infatti i recenti dazi imposti dagli Stati Uniti rappresentano una significativa minaccia per l’export italiano, colpendo diversi settori chiave del Made in Italy.

Tra i comparti più vulnerabili figurano l’agroalimentare, l’automotive, la meccanica e l’industria siderurgica.

Proviamo ad analizzarli con qualche dato:

Agroalimentare: nel 2024, l’export agroalimentare italiano verso gli USA ha raggiunto i 7,8 miliardi di euro, con una crescita del 17% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, i nuovi dazi potrebbero causare una contrazione tra il 15% e il 30% per prodotti come vino, olio d’oliva, formaggi DOP, ortofrutta, pasta e pomodori trasformati, traducendosi in una perdita economica stimata di circa 2 miliardi di euro annui. In particolare, il vino italiano, che negli USA rappresenta un mercato da 1,7 miliardi di euro, potrebbe subire un contraccolpo significativo, favorendo concorrenti di altri paesi. Prosciutto valdostano, formaggi come la Fontina e vino DOC vda tutto bene?

Automotive: il settore automobilistico italiano, rappresentato da aziende come Stellantis, rischia perdite considerevoli a causa dei dazi già applicati sulle importazioni dal Messico e dal Canada, paesi in cui possiede importanti stabilimenti di produzione.

Le ripercussioni si estenderebbero anche al mercato interno, con aumenti dei costi di produzione e rincari per i consumatori. Le aziende della bassa valle che lavorano per conto di grossi gruppi automobilistici tutto bene?

Meccanica ed Elettronica: il settore metalmeccanico, che include la produzione di metalli di base, prodotti in metallo, computer, prodotti di elettronica, apparecchi elettrici, macchine per l’industria, robotica e mezzi di trasporto, vale circa il 7,1% del PIL italiano. L’industria elettronica ed elettrotecnica italiana, composta da circa 1.400 imprese e oltre 400.000 addetti, vale circa il 3,4% del PIL nazionale. Complessivamente, i settori meccanico ed elettronico contribuiscono per circa il 10,5% al PIL italiano nel 2018. Le aziende valdostane, anche molto innovative, che operano in questi 2 settori strategici, con i nuovi dazi USA che danneggiano pesantemente l’export tutto bene?

Industria Siderurgica: l’industria siderurgica italiana, che nel 2023 ha esportato acciaio per 600 milioni di euro e prodotti in ferro e acciaio per 1,5 miliardi di euro negli USA, rischia un contraccolpo significativo. Un aumento delle tariffe potrebbe mettere in crisi le imprese del settore, già colpite dalle difficoltà legate all’aumento dei costi energetici. A qualcuno il nome Cogne Acciai Speciali dice qualcosa?

Per sommi capi si può tranquillamente dire che l’imposizione dei dazi USA rappresenta una sfida cruciale per l’economia italiana, mettendo a rischio settori fondamentali del Made in Italy.

A questo proposito i sovranisti chez nous (FDI e Lega in primis) hanno per caso qualcosa da dire?

Su Ventotene hanno perso un’altra occasione per tacere

Cara Presidente del Consiglio Meloni,

con le dichiarazioni improvvide sulla dichiarazione di Ventotene lei “non ha fatto impazzire la sinistra” ma ha reso un pessimo servizio al paese.

Difendere la dichiarazione di Ventotene significa sostenere i valori fondanti dell’Unione Europea: pace, unità, democrazia e progresso sociale. Questo documento, scritto nel 1941 da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni, delineava una visione di un’Europa federale (le ricordo che noi valdostani abbiamo a cuore il tema) come risposta ai nazionalismi e ai conflitti
che avevano devastato il continente.

Ma quindi perché difenderla ancora oggi nel 2025?

Per la pace e la stabilità, perché l’idea di un’Europa unita nasce per impedire nuove guerre tra nazioni europee. Difendere la dichiarazione di Ventotene significa mantenere questo impegno.

Per superare i nazionalismi visto che il testo denunciava il pericolo del nazionalismo e promuoveva una federazione europea come soluzione. Oggi, con il ritorno di tendenze nazionaliste, è fondamentale ribadire questo principio.

Per la democrazia e diritti visto che la dichiarazione pone le basi per un’Europa democratica, con istituzioni sovranazionali che garantiscano i diritti dei cittadini oltre i confini nazionali.

Per garantire il progresso economico e sociale, perché Spinelli e i suoi compagni immaginavano un’Europa non solo unita politicamente, ma anche attenta alle questioni sociali ed economiche, garantendo benessere e giustizia.

E ancora perché oggi bisogna rispondere alle sfide globali, come crisi ambientale, immigrazione, economia globale: problemi che nessun singolo Stato può affrontare da solo. L’unità europea, come auspicata a Ventotene, è la chiave per affrontare queste sfide.

Oggi difendere la dichiarazione di Ventotene significa riaffermare il sogno di un’Europa più unita, solidale e democratica, resistendo a spinte disgregative e lavorando per un’Unione Europea più forte e coesa.

Quindi non ha fatto una scortesia a qualcuno. Ma ha perso un’altra occasione per tacere, dimostrando la sua adeguatezza nel ruolo che ricopre.

Il 28 marzo al fianco di chi lavora

Lo scorso 28 marzo, un centinaio di lavoratori metalmeccanici si è radunato ad Aosta per partecipare allo sciopero nazionale indetto dai sindacati Fim- Cisl, Fiom-Cgil e Uilm, chiedendo il rinnovo del contratto nazionale scaduto da mesi. Ha ufficialmente aderito anche il PDVdA, da sempre al fianco di chi rivendica un lavoro equamente retribuito e condizioni sociali adeguate per un paese civile.

Il corteo, partito da Place des Franchises e diretto verso la sede di Confindustria Valle d’Aosta, è stato animato da striscioni, bandiere e fumogeni, con slogan come “Contratto a chi lavora!” e “Vogliamo il contratto nazionale”. Le richieste principali riguardano aumenti salariali, riduzione dell’orario di lavoro settimanale e una maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro.

Fabrizio Graziola, segretario della Fiom-Cgil Valle d’Aosta, ha sottolineato come la crisi economica, la pandemia, la guerra in Ucraina e i dazi abbiano aggravato le difficoltà per i lavoratori, che sono costretti a scelte difficili tra soddisfare i bisogni primari. Hans Pistolesi, segretario della Fim-Cisl, ha dichiarato che lo sciopero è l’unica arma disponibile per i lavoratori, ma non sarà l’ultimo se non arriveranno risposte concrete. Alessandro D’Amico, delegato Uilm della Cogne Acciai Speciali, ha ribadito l’importanza di un contratto che garantisca una vita dignitosa, salute e sicurezza sul lavoro.

La manifestazione ha anche messo in evidenza la grave situazione economica dei lavoratori, aggravata dalla lunga interruzione delle trattative,

che va avanti da quattro mesi per cui serve incontro urgente con Confindustria per rilanciare le trattative.

La protesta ha incluso anche un richiamo alla sicurezza sul lavoro, con riferimento alla recente tragedia alla Gps Standard di Arnad, dove 23 dipendenti sono stati messi in cassa integrazione dopo un incendio.

In sintesi, la manifestazione di Aosta non solo chiede il rinnovo del contratto, ma denuncia anche un sistema economico che sembra ignorare sempre più le esigenze dei lavoratori. La determinazione dei metalmeccanici di ottenere il rinnovo del contratto è forte, e la protesta potrebbe continuare se non ci saranno sviluppi positivi.

L’Europa deve far sentire la sua voce

Europa se ci sei batti un colpo!

Le prime settimane dopo l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti sono drammatiche. Si sta invertendo un ordine precostituito e non per immaginare qualcosa di meglio. Ma per dividere, per umiliare, per subissare.

Due esempi per capire meglio:
la questione dei dazi preoccupa un economia mondiale fragile che invece di investire sul futuro si fa la guerra con le gabelle. Siamo tornati indietro di centinaia di anni. E neanche il penoso tentativo della premier Meloni di spendere un rapporto personale con il presidente americano ci consentirà di stare fuori da un grave danno per il nostro Paese. Se si concretizzasse l’ipotesi di dazi al 25% per l’Europa sarebbe il peggiore degli incubi.

La politica internazionale e l’idea di come si risolvono le guerre. Un’idea non pragmatica come dice qualcuno, ma la certificazione che la sopraffazione paga. L’idea di chiudere la guerra in Ucraina con un accordo Russia e Stati Uniti che relega il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj a semplice certificatore di un accordo tutto economico. Una spartizione di un territorio che tiene conto esclusivamente dello sfruttamento delle terre rare ucraine con buona pace del diritto internazionale e di 3 anni di guerra che hanno causa oltre 300.000 morti.

A fronte di questo dramma in corso l’Europa, in ritardo e sonnolente, deve trovare una sua identità. Deve fare un passo in avanti molto complesso visto anche i successi elettorali della destra in molti paesi. Ne va del dissolvimento di un sogno che ha animato tante generazioni.

Un’Europa divisa senza prospettiva in cui ognuno si muove autonomamente farebbe comodo a tanti. Ci relegherebbe a un ruolo di subalternità molto comodo ai più. È un lusso che questo continente non si può permettere pena l’irrilevanza nel mondo. Non è quello che ci meritiamo, non è quello che pensano i progressisti, non è quello che immaginavano i padri fondatori di quello che oggi risulta ancora essere uno dei più bei sogni per questo pezzo di mondo.

Legge elettorale, un passo avanti

Come è noto la nuova legge elettorale è stata votata nella giornata di giovedì 27 febbraio dal Consiglio Regionale, con il voto favorevole del gruppo dei Federalisti Progressisti – Partito Democratico .

Si tratta di un segnale politico forte, rispetto ad una legge elettorale con la preferenza unica che non piaceva a nessuno e che aveva dimostrato limiti evidenti.
Ora si andrà a votare con le 3 preferenze (comprensiva di quella di genere), così come nel sistema elettorale dei comuni valdostani, in coerenza con il fatto che le 2 elezioni si svolgeranno lo stesso giorno.

Abbiamo sostenuto dal primo giorno che sul tema delle riforme non vanno contrapposti le esigenze delle singole forze politiche ma trovato un serio punto di mediazione.

Assieme alla riforma della legge elettorale il Consiglio Regionale ha approvato un ordine del giorno che impegna politicamente la prima Commissione, a elaborare una specifica proposta di legge finalizzata a garantire la presenza di entrambi i generi all’interno della Giunta Regionale. Andrà concretizzata nei prossimi mesi.

Si tratta di un significativo passo in avanti nella direzione giusta. La modernizzazione delle regole con cui si vota e l’introduzione di norme consente un passo in avanti verso la parità di genere nelle assemblee elettive e negli organi esecutivi, così come successo nei comuni valdostani a partire dal 2014.

Spiace non essere potuti arrivare alla soglia dei 24 voti. Ma ogni tanto si sa la politica (soprattutto a ridosso delle elezioni) non dà il meglio di se. E spiace soprattutto constatare che le forze alla nostra sinistra hanno votato contro questa legge. Non sarà la migliore legge possibile, ma introduce elementi positivi e quindi votare contro significa mantenere lo status quo. A forza di fare i rivoluzionari non si cambia nulla.

Ora potrebbe scattare il referendum popolare per la conferma o meno della legge. Si tratta di un’iniziativa annunciata dalla destra che potrebbe vanificare questo sforzo promosso da più forze politiche e fortemente voluto dal PD.

Insomma una tenaglia da destra e da sinistra. Una convergenza di intenti che non si capisce e preoccupa. Il tutto per non cambiare nulla.
È proprio vero che tra il rischio di una destra autoritaria da una parte e di una sinistra velleitaria dall’altra, stare in mezzo non è semplice. Ma alla fine l’area del buonsenso (che non è sempre un’area facile da spiegare) è quella che fa bene ai cittadini e alle cittadine valdostani e la legge elettorale ne è l’esempio lampante.

Appunti per la scuola di oggi e di domani

La scuola è sempre al centro di molti dibattiti, le riforme sono spesso controverse e poco condivise.

Il Partito Democratico sta lavorando al ripensamento della scuola italiana. Il gruppo di lavoro guidato dalla responsabile della scuola nella segreteria nazionale, Irene Manzi, sta portando avanti una riflessione condivisa su diversi temi relativi al mondo della scuola, dai/lle docenti ai/lle ragazzi/e, senza escludere nessuno.

Sono state recentemente presentate le linee guida nazionali (clicca qui per vedere gli interventi) e anche in Valle d’Aosta abbiamo avviato la discussione sul tema, che vogliamo allargare per una ampia condivisione. Tra gli obiettivi del Partito Democratico c’è la volontà di non coinvolgere nella discussione e nel dibattito solo gli addetti ai lavori, solo coloro che lavorano nelle scuole, ma tutti i cittadini. Solo una visione di insieme e collettiva può contribuire a realizzare il miglior risultato.

Dal tema dello 0-6, all’accompagnamento alla graduale gratuità degli asili nido, dei trasporti, delle mense, fino all’educazione affettiva e sessuale nelle scuole. L’adeguamento degli stipendi dei docenti, allineandoli al resto d’Europa.

I temi sono davvero molti e il contributo di tutti è fondamentale, vi aspettiamo quindi nella nostra sede per un confronto.

Il PD VdA a fianco dei metalmeccanici e delle metalmeccaniche

Giovedì 20 febbraio è stato indetto uno sciopero dei metalmeccanici e delle metalmeccaniche da CGIL, UIL e CISL, in Valle d’Aosta ha aderito anche il SAVT. Lo scopo dello sciopero è rivendicare il rinnovo del contratto.

Con lo sciopero si auspica una riapertura delle trattative, per ottenere un aumento salariale, contrastare la precarietà, la riduzione degli orari ed estendere i diritti e le tutele per tutti i lavoratori e le lavoratrici.

In linea con il Partito Democratico nazionale presidiamo il territorio e sosteniamo gli scioperi anche in Valle d’Aosta. Siamo vicini alle lotte sindacali che rivendicano i diritti di chi lavora. Quei lavoratori e quelle lavoratrici che non sono considerati dal Governo Nazionale.

La preoccupazione del Partito Democratico non è solo per i rinnovi contrattuali, ma anche per i periodi di cassa integrazione.

Continuiamo la battaglia nazionale sul salario minimo, per cercare di superare questa mancanza del nostro Paese.

Sul tema del lavoro saremo impegnati nella campagna referendaria nei prossimi mesi a fianco della CGIL, dopo l’impegno nella raccolta firme è il momento di impegnarsi nell’incentivare cittadini e cittadine ad andare a votare per il referendum.

Clicca qui per approfondire i quesiti referendari.

Gli episodi di razzismo non sono tollerabili

Il Partito Democratico condanna fermamente gli episodi di razzismo avvenuti lo scorso weekend a danno di ragazzini molto giovani impegnati in una partita di calcio.

Con grande rammarico e preoccupazione, apprendiamo che le offese sono arrivate proprio da quella che dovrebbe essere la comunità educante della nostra società. Genitori che hanno usato epiteti non ammissibili in nessun contesto.

Esprimiamo vicinanza e solidarietà alla persona che ha subito le ingiurie e a tutti e tutte coloro che hanno dovuto assistere all’episodio di violenza.

Ringraziamo la società sportiva per la forte presa di posizione che procederà, come dichiarato, a denunciare i fatti, condannandoli dal primo momento.

Episodi simili non possono essere in alcun modo tollerati e ognuno di noi non è solo responsabile di sé stesso ma anche della società a cui appartiene e non essere indifferenti di fronte a simili comportamenti equivale a sostenerli o condividerli. Per questo la presa di posizione della società sportiva merita una nota di merito dall’intera comunità valdostana, perché dimostra come lo sport non sia solo un modo per fare attività fisica, ma come evidenziato nella nostra Costituzione “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”.

L’inserimento del comma 7 dell’art.33 della legge Costituzionale del 26 settembre 2023, grazie al lavoro dell’onorevole dem Mauro Berruto, sancisce non solo un riconoscimento normativo, ma evidenzia come lo sport sia un valore imprescindibile anche dal punto di vista educativo e sociale.

Purtroppo non si tratta di episodi isolati ricorda l’On. Mauro Berruto “pochi giorni fa a Rimini è successo un fatto analogo durante una partita di basket. La società in cui giocano anche le figlie della signora che dagli spalti ha rivolto insulti alla giovane giocatrice ha preso una posizione fortissima contro chi ha offeso la ragazza, che ha ricevuto, giustamente, il Daspo e nessun provvedimento contro la ragazza che ha reagito all’offesa lasciando il campo. Un caso in cui il buonsenso, la giustizia sportiva e quella ordinaria hanno fatto un buon lavoro“.

Consiglio Comunale: diritto di cittadinanza, Ius Scholae

Il Comune di Aosta è pronto ad un gesto simbolico per sostenere un diritto che per qualcuno è davvero un miraggio. L’amministrazione comunale non può far altro che sollecitare i parlamentari affinché portino avanti il dibattito e le decisioni nelle sedi decisionali.

Oltre a questo impegno, il consiglio comunale, come già hanno fatto altri comuni italiani, all’ordine del giorno del Consiglio comunale del 27 gennaio ha aggiunto di voler procedere con il conferimento di una simbolica cittadinanza onoraria a tutti quei ragazzi e ragazze che risiedono e studiano nelle nostre scuole e hanno completato almeno un ciclo di studi. Una scelta che segue l’evoluzione della società e che si vorrebbe diventasse realtà.

L’obiettivo dello Ius Soli è ovviamente il punto d’arrivo per il Partito Democratico, ma iniziare a semplificare le procedure per ottenere la cittadinanza attraverso lo Ius Scholae sarebbe già un primo traguardo.

Continuiamo a lavorare per i diritti di tutte e tutti all’interno della maggioranza del comune di Aosta, perché nessuna persona deve rimanere indietro.