Conferenza Donne Democratiche, eletta la delegata valdostana

Prosegue il percorso dell’Assemblea regionale Donne democratiche verso la costituzione della Conferenza regionale. 

Lunedì 4 marzo trentuno donne iscritte negli scorsi giorni alla piattaforma nazionale si sono date appuntamento presso la sede del Partito Democratico per eleggere la delegata che rappresenterà alla Conferenza nazionale la nostra regione. Le votanti hanno designato Clotilde Forcellati, impegnata già sabato 9 marzo a Roma per l’elezione della portavoce nazionale. Sono oltre 14.000 le adesioni in tutta Italia, rappresentate per il 45% da donne non iscritte al partito, percentuale rispettata anche nella nostra regione. 

Nell’incontro di lunedì, presenti in teleconferenza la deputata Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, e Roberta Mori, candidata unitaria al ruolo di portavoce. Mori ha consegnato alcune parole chiave alle presenti: “pace”, letta come modo di affrontare le relazioni e le controversie, è il tema che deve trovare spazio nella prossima campagna elettorale per le elezioni del Parlamento europeo; “welfare” per cui l’invito è per tutte le donne a trovare delle soluzioni che valorizzino l’impegno di cura affinché la presa in carico di minori e anziani non mini le potenzialità femminili ma  sia un elemento di rigenerazione culturale; “comunità”, vista come luogo del protagonismo femminile per il cambiamento della società. “Se il raggiungimento della parità di genere è previsto per il 2154, noi dobbiamo accelerare i processi. Siamo qui per questo, siamo acceleratori di femminismo”, insiste Mori. 

Le prossime tappe dell’Assemblea delle Donne democratiche in Valle d’Aosta saranno la stesura del regolamento della Conferenza e l’elezione della portavoce regionale. 

Abbiamo fatto il primo passo di un lungo e, spero, proficuo cammino per giungere in tempi brevi alla costituzione della I Conferenza regionale delle Donne democratiche della Valle d’Aosta” dichiara Forcellati e prosegue: “L’Assemblea e la prossima Conferenza regionale saranno gruppi di dialogo tra tutte le iscritte e il fatto che già oggi circa il 50% del gruppo è composto da non iscritte al PD ci fa ben sperare per un allargamento del confronto su temi che ci stanno a cuore. Sono felice di essere stata votata come delegata regionale alla Conferenza nazionale. Avrò il compito di partecipare alle riunioni, condividendo con la prossima Portavoce e con le iscritte i temi nazionali proponendone la discussione e la declinazione a livello regionale. Sarà importante essere unite e pragmatiche in modo tale che ciascuna iscritta si senta partecipe e protagonista della vita della nostra comunità a tutti i livelli di rappresentanza”.

Nei prossimi giorni sarà possibile, per le donne che lo desiderano, continuare ad aderire alla piattaforma nazionale e regionale si potrà continuare ad aderire alla piattaforma nazionale al link https://donnedem.it/ e a quella regionale, il cui link verrà costituito nelle prossime settimane.

Consiglio Regionale: esame di francese, certificazione B2

Un altro traguardo raggiunto per la scuola valdostana. Sappiamo e siamo consapevoli dell’importanza della lingua francese nella nostra regione, ma non solo.

Studenti e studentesse della Valle d’Aosta godono di un bilinguismo utile al proprio futuro accademico e lavorativo.

Quest’anno c’è però stata la svolta per i futuri diplomati, per la prima volta infatti nella nostra regione, la prova di francese sarà certificata come DELF B2 a livello internazionale e non avrà scadenza, grazie alla convenzione con il Ministero e gli enti accreditanti.

Si tratta di un risultato importante perché certifica una competenza di studenti e studentesse a livello internazionale e non più solo regionale.

L’attenzione alla realtà plurilingue della Valle d’Aosta è sempre più puntuale e attenta alle nuove generazioni. L’impegno dell’Assessore del PD, Jean-Pierre Guichardaz, è costante per il mondo della scuola dagli insegnanti agli alunni. Il bonus 500 e la prova di francese sono due elementi che hanno segnato importanti novità nella scuola valdostana.

Lettera del Segretario: risultato in Sardegna

La vittoria di Alessandra Todde alle elezioni regionali della Sardegna era impensabile solo qualche mese fa. L’elezione del Presidente della Regione pareva quasi una formalità per sancire l’ennesima vittoria della destra…ed invece no!
Una candidatura di grande profilo e un progetto politico serio che ha messo al centro i temi di quella regione hanno fatto la differenza. Un gran bel risultato, che vede il PD primo partito sull’isola.
È chiaro che quella è un’esperienza che ha tutte le sue specificità, ma è altrettanto vero che la formazione di un campo largo o un campo giusto (chiamatelo voi come preferite a me questa discussione non appassiona molto) è l’unica soluzione per battere questa destra inadeguata e pericolosa per governare questo Paese.
È finito il tempo di concentrarsi sulle differenze ed è arrivato quello di valorizzare i tratti comuni e i progetti di governo. Lo dobbiamo fare anche nei prossimi mesi, nelle altre regioni in cui si voterà, a partire dall’Abruzzo in avanti.
Non sarà così alle europee perché il sistema elettorale farà si che tutti correranno autonomamente. Ma anche quelle elezioni saranno molto importanti. Saranno un plebiscito della destra? A mio avviso no, ma da qui a giugno dobbiamo lavorare e tanto. Perché non ci saranno coalizioni (se non qualcuna funzionante a raggiungere il quorum per l’europarlamento) ma l’idea di avere comunque qualche tratto comune programmatico del fronte progressista deve esserci. Localmente saremo della partita con un candidato nella lista del PD (circoscrizione nord ovest) ma siamo disponibili a un ragionamento ampio se si individuasse un candidato trasversale condiviso da una buona parte di questa regione. Urge però farlo in tempi rapidi e certi. Perché dobbiamo partire in tempo per spiegare la nostra idea di Europa. Nelle prossime settimane sapremo l’epilogo di questa fase preliminare all’appuntamento elettorale europeo, ma nel frattempo godiamoci questa bella boccata d’ossigeno sardo.

Consiglio Comunale Aosta: normativa UE e violenza di genere

Il Consiglio comunale di Aosta è tornato a parlare di violenza di genere e di violenza domestica. Questa volta lo fa presentando un’iniziativa che intende rivolgersi direttamente all’Unione Europea, in particolare alla Commissione Europea.

La proposta di Direttiva COM 105/2022/0066 adottata dalla Commissione l’8 marzo 2022 contiene in maniera puntuale l’obiettivo di combattere efficacemente la violenza contro le donne e la violenza domestica in tutta l’Unione. Finalmente viene dedicata una legislazione specifica in materia.

Le interlocuzioni interistituzionali dell’Unione Europea, che avrebbero portato all’approvazione definitiva, hanno però registrato numerosi disaccordi, a causa dell’ostruzionismo della Polonia e dell’Ungheria. Il tentativo di mediazione promosso dalla Presidenza Belga ha invece ottenuto un effetto contrario, cioè quello di peggiorare il dettato normativo e ha scatenato disapprovazione tra le organizzazioni sindacali e le associazioni che si battono a difesa dei diritti umani. Con la proposta belga si svuota il testo iniziale, viene stralciato l’articolo 5 che definisce lo stupro rapporto sessuale senza consenso, verrebbero eliminati reati penali contro la mutilazione genitale, la sterilizzazione forzata e le molestie sessuali, rimodulando l’articolo 6 della Direttiva.

Tutte proposte che non ci soddisfano e che ci hanno spinto a manifestare la nostra contrarietà a tale proposta, ritenuta peggiorativa e non in grado di fornire adeguata tutela e protezione alle vittime di violenza di genere e di violenza domestica.

Consiglio comunale Aosta: unanimità per chiedere il voto fuori sede

Nella mattinata di mercoledì 21 febbraio 2024 il Consiglio comunale di Aosta ha approvato all’unanimità l’Ordine del Giorno “accesso al voto presso il comune di domicilio per studenti/sse e lavoratori/rici fuori sede“.

I consiglieri comunali del Partito Democratico hanno trovato accoglimento della loro proposta prima all’interno del gruppo, poi di tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione, per sollecitare i Senatori affinché si possa finalmente concedere il diritto di voto a coloro che vivono fuori sede.

Se l’art.48 della Costituzione prevede che il diritto di voto sia riconosciuto a tutti i cittadini e tutte le cittadine che abbiano compiuto i 18 anni di età, è anche vero che se qualcuno vive per motivi di studio, lavoro o cura (senza dimenticare i caregiver) in un luogo diverso a quello della propria residenza non può esercitare il diritto di voto se non rientrando presso il comune di appartenenza. Un paradosso per il nostro Paese, che concede a chi vive all’estero per motivi di studio, lavoro o cura di poter votare, ma non se il domicilio è in un’altra regione e/o comune del territorio nazionale.

I dati relativi all’astensionismo sono in crescita in tutta Italia, in Valle d’Aosta la percentuale è lievitata alle ultime elezioni politiche del 2002 che ha registrato una percentuale del 39,41%, nel 2018 si era fermato al 27,72%.

Negli ultimi anni molti sono i movimenti che hanno lavorato a ottenere il risultato, dal comitato “iovotofuorisede” a quello “voto dove vivo”. Tante sono le richieste per consentire al maggior numero di persone di poter esprimere il proprio voto.

La proposta di legge presentata dal PD alla Camera (prima firmataria l’On. Madia) nell’ottobre 2022, seppure emendata, il 4 luglio 2023 è stata approvata alla Camera. Adesso però la stessa è giacente in Senato.

Grazie alla sinergia tra i consiglieri comunali del PD e i consiglieri regionali del PD Lombardia e Toscana, è stato presentato l’OdG votato all’unanimità che impegna il Presidente del Consiglio comunale di Aosta a interfacciarsi congiuntamente con il Presidente della Regione Renzo Testolin e la Senatrice Nicoletta Spelgatti affinché la proposta di legge “Disposizioni per l’esercizio del diritto di voto in comune diverso da quello di residenza, in caso di impedimenti per motivi di studio, lavoro o cura” arrivi alla conclusione dell’iter in Senato, consentendo l’esercizio del diritto di voto già dalle prossime elezioni europee nel mese di giugno 2024 al più alto numero possibile di elettori ed elettrici.

Comunicato Stampa: difendiamo la Resistenza

Negare la storia, riscriverla, modificarla sono i primi passi che ogni dittatura compie e ha compiuto in passato. Chi studia la storia sa quale sia il rischio in questi casi.

Sempre più spesso le destre del nostro Paese mettono in dubbio diritti e valori su cui l’Italia e la sua Costituzione si fondano. Abbiamo cercato e continuiamo a lottare affinché tutto ciò non venga messo in discussione. Negare la Resistenza o voler riscrivere la Resistenza implica una volontà di nascondere la storia che ha portato alla liberazione del nostro Paese dalla dittatura nazi-fascista. 

Mettere in discussione la figura di Emile Chanoux e il suo sacrificio per la Valle d’Aosta è inquietante e spaventa tutte e tutti noi del Partito Democratico. 

Durante il congresso di Fratelli d’Italia, Domenico Aloisi ha affermato proprio la volontà di riscrivere la storia della Resistenza in Valle d’Aosta, affermando inoltre, citando Almirante: “il fascismo fa parte della storia: qui nessuno di noi è fascista, così come nessuno di noi è antifascista”.

Purtroppo ci aspettavamo queste dichiarazioni anche in Valle D’Aosta e puntualmente sono arrivate. Senza remore e senza pudore in un pomeriggio qualunque Emile Chanoux diventa fascista, con approssimazione storica e revisionismo a piene mani. Il peggio del peggio. No cari Fratelli d’Italia, Emile Chanoux non era fascista, è stato ucciso dai fascisti, mentre è fascista invece chi crede di riscrivere la storia. Fatevene una ragione! Il vero problema siete voi che nel 2024 fate fatica a dirvi antifascisti. Un grande Paese come l’Italia non permetterà che questo modo di riabilitare una stagione orrenda fatta di negazioni e violenze abbia corso. 

In merito interviene anche la vicepresidente del Partito Democratico, l’On. Chiara Gribaudo: “Non è la prima volta che esponenti di FdI fanno questo tipo di dichiarazioni. Negare l’impegno della Resistenza di Emile Chanoux non vuol dire solo riscrivere la storia della Valle d’Aosta, ma di tutta la Regione alpina, visto che è dimostrato il suo impegno e il suo lavoro oltre i confini valdostani“.

Noi siamo tutte e tutti orgogliosamente antifascisti!

Comunicato stampa: Prospettiva Nord Ovest

L’incontro che si è tenuto venerdì 2 febbraio 2024 in Piemonte rappresenta il punto di partenza di una collaborazione fra i Gruppi Pd dei Consigli regionali delle regioni del Nord-Ovest con l’obiettivo di organizzare un’azione condivisa per costruire un’alternativa forte al centrodestra, a cominciare dalle prossime elezioni regionali che si svolgeranno a giugno in Piemonte. “Prospettiva Nord Ovest” si articolerà attraverso uno scambio di informazioni, idee, spunti, prioritariamente su alcuni temi: sanità pubblica, infrastrutture e trasporti, sviluppo economico e transizione ecologica. Porteremo avanti un lavoro condiviso che si concretizzerà nella presentazione di proposte di legge, mozioni e ordini del giorno comuni. Un’attività che si è già concretizzata con la presentazione delle proposte di legge al Parlamento per vincolare ad una percentuale non inferiore al 7,5% del Pil il finanziamento annuale del sistema sanitario nazionale.

Il confronto aperto tra i gruppi regionali del Partito Democratico è partito dal tema della sanità che deve essere necessariamente potenziata per superare le criticità che investono il sistema. Un primo passo di un’azione coordinata che in Liguria, Lombardia e Piemonte – rispettivamente con “La salute prima di tutto”, “Prima è salute” e “Stop liste d’attesa” – si è sviluppata con delle campagne e petizioni a tutela della sanità pubblica che hanno raccolto migliaia di firme e testimonianze di cittadini in difficoltà alle prese con il malgoverno della destra. Da oggi lavoreremo su diverse direttrici: potenziamento dell’organico attraverso una specifica pianificazione dell’assunzione di personale sanitario e amministrativo, tempistiche certe consentendo ai pazienti di ottenere esami e interventi in tempi adeguati, investimenti sulle strutture e sulla prevenzione. Lo faremo tenendo la barra dritta su due coordinate, da un lato non deve esistere disuguaglianza nella lotta alla malattia, dall’altro occorre coinvolgere attivamente chi vive e lavora quotidianamente il mondo della sanità. 

La Macro-regione del Nord-Ovest è una realtà interdipendente sotto il profilo infrastrutturale all’interno della quale porti, rete ferroviaria e terminali intermodali di entroterra costituiscono un fattore decisivo di competitività. È fondamentale portare a compimento le grandi opere: la Torino-Lione, il Terzo Valico, la soluzione dei problemi del Tunnel del Monte Bianco, il Tunnel di Tenda, l’Alta Velocità Torino-Genova, il Retroporto di Alessandria. Lo sviluppo economico pone molti problemi e richiede soluzioni tempestive. Stiamo vivendo un’onda lunga di crisi che colpiscono aziende e lavoratori e i dati economici italiani e internazionali non sono rassicuranti. Occorre una politica industriale seria che oggi manca e bisogna utilizzare nel miglior modo possibile i fondi europei. Se lavoro e sviluppo devono essere le grandi priorità politiche occorre una programmazione all’altezza: proprio alcuni degli aspetti più carenti delle amministrazioni di centrodestra che non hanno saputo ottimizzare le risorse e le opportunità legate al PNNR.

Ridurre le emissioni di CO2, puntare alla neutralità delle emissioni entro il 2050, salvare e tutelare la biodiversità e contrastare la povertà e le diseguaglianze devono essere obiettivi comuni a tutti i Paesi europei. Per raggiungerli è fondamentale smettere di vedere l’ecologismo come una questione di élite e puntare a prevedere misure strutturate per essere leve di contrasto alle diseguaglianze. È importante intervenire sul consumo indiscriminato di suolo, partire da un piano per la riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica, rivedere il sistema di trasporto e mobilità, improntandolo sul potenziamento sia delle ferrovie regionali che del trasporto pubblico locale nelle città, concentrandosi su accessibilità, efficientamento ed elettrificazione.

“È necessario – commenta il Presidente del Gruppo Pd del Consiglio regionale del Piemonte Raffaele Gallo – guardare oltre i confini regionali e concepire una politica di più ampio respiro che, insieme a azioni mirate e condivise, proietti il Piemonte non solo nel contesto di una collaborazione con le Regioni del Nord Ovest, ma in un’ottica europea, sviluppando anche cooperazioni transfrontaliere. Tante sono le sfide che non possiamo permetterci di perdere: dalla difesa e dal rilancio della sanità pubblica a un corretto utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, dalle connessioni interregionali e internazionali rese possibili grazie solo grazie ai grandi assi di trasporto che si stanno realizzando fino a una nuova politica per la difesa dell’ambiente votata alla transizione ecologica. L’azione comune consentirà di realizzare una strategia macroregionale e si tradurrà in atti importanti per i nostri territori e per i cittadini”.

Raffaele GALLO, Presidente del Gruppo Pd del Consiglio regionale del Piemonte

Luca GARIBALDI, Presidente del Gruppo Pd del Consiglio regionale della Liguria

Pierfrancesco MAJORINO, Presidente del Gruppo Pd del Consiglio regionale della Lombardia

Luca TONINO, Segretario regionale Pd Valle d’Aosta

Consiglio regionale: comunicato stampa gruppo FP-PD

Il gruppo FP-PD condanna fermamente quanto avvenuto durante la votazione della Presidenza del Corecom, nella seduta consiliare di oggi, giovedì 25 gennaio 2024.

«Purtroppo si è ripetuto quanto già accaduto circa un anno fa in occasione della votazione del Presidente Testolin – dicono i Consiglieri di FP-PD – Nel segreto dell’urna c’è chi decide vigliaccamente di affossare il candidato prescelto e c’è chi, volutamente spacciandosi per esponente di una certa sinistra, vota candidamente il candidato espressione del centro destra reputandolo forse più affine alle proprie idee. Dispiace infine che vengano coinvolte in determinate situazioni professionisti di indubbia qualità, estranei ai giochini della politica».

Consiglio regionale: Ambasciatori della legalità

Abbiamo partecipato all’evento organizzato dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio Valle lo scorso 10 gennaio 2023 con il Prof. Nando Dalla Chiesa.

Il Presidente Alberto Bertin (gruppo FP-PD) ha portato avanti in questi anni un gran lavoro sulla legalità e sull’osservatorio antimafia della nostra regione.

Tra le attività anche una collaborazione con l’Università della Valle d’Aosta che ha portato alla realizzazione della prima edizione del progetto di educazione alla legalità che ha coinvolto studenti e studentesse del corso di scienze politiche che sono stati insigniti del titolo di “giovani ambasciatori della legalità”.

“È stato dimostrato che nella nostra comunità è presente una locale di ‘ndrangheta, per questo è necessaria una consapevolezza collettiva. Ognuno deve fare la sua parte per contrastare questo fenomeno, non solo le forze dell’ordine. I giovani ambasciatori per questo sono un punto di riferimento importante per la nostra regione” ha dichiarato il Presidente Bertin.

Educare alla legalità è così semplice come può sembrare? È la domanda che è stata posta a Dalla Chiesa.
La narrazione di negazione dei fenomeni mafiosi hanno contribuito a provocare dei disastri nel nostro Paese. Le cose si raccontano anche dicendo che non ci sono – ha affermato Dalla Chiesa – citando anche chi ha lottato per cambiare la narrazione, tra i quali Piersanti Mattarella. La Sicilia comprese perfettamente cosa significava quel delitto, e reagì con l’educazione alla legalità. Nacque proprio in quell’occasione una legge per finanziare la scuola antimafia. Una legge che nasce da un trauma.

Il messaggio è stato chiaro: la mafia è il nemico del futuro dei giovani.
L’educazione alla legalità non è una minaccia, ma la legalità deve essere una promessa per le future generazioni. I giovani devono sapere che ci saranno un giudice, una legge, che impediscano a chi delinque di fare ciò che vuole.

La scuola ha fatto la differenza per iniziare a cambiare la narrazione di negazione dei fenomeni mafiosi. Il movimento antimafia è nato proprio nella scuola, grazie al lavoro di molti insegnanti. Uno spirito di comunità che nasce all’interno della comunità scolastica.

Un altro messaggio chiaro emerso dal discorso di Nando Dalla Chiesa è l’importanza di pensare a un futuro che non preveda scorciatoie, che sia privo di raccomandazioni. È importante farcela con le proprie forze e le proprie fatiche.
La chiave della diffusione delle mafie al nord sta nel fatto che hanno trovato culture compatibili, non complici.
L’unico modo per contrastarla è impedirgli di trovare dei varchi. Una società che crede in certi valori non è compatibile col sistema mafioso, se attecchisce è perché quei valori sono deboli.
La raccomandazione non è mafia, ma è uno strumento importante della mafia. Perché la mafia entra negli enti pubblici con una raccomandazione. È un elemento di compatibilità. È una scorciatoia che consente di fare carriera senza meriti. Questo sistema consente di far attecchire i sistemi mafiosi perché trovano compatibilità.

Gli ambasciatori di legalità stanno mettendo in piedi un percorso di nuova narrazione fondamentale e importante, che consenta alle nuove generazioni di scardinare un sistema di illegalità.

Lettera del Segretario: autonomia differenziata

Straordinaria giornata e svolta epocale. Al netto della narrazione del Governo frutto di uno scandaloso baratto tra la Lega e Fratelli d’Italia (da una parte autonomia differenziata e dall’altra la riforma presidenzialista), l’approvazione del ddl per l’attuazione dell’autonomia differenziata rappresenta un reale pericolo per la tenuta del nostro Paese. Non si tratta di un voto qualsiasi ma la certificazione che d’ora in avanti esisteranno due Paesi. Ci saranno le regioni più forti, a fronte di una parte del Paese (il sud e le aree depresse) che resterà inesorabilmente indietro senza questa volta avere nessuna chances di riprendersi.

Sono assolutamente d’accordo quando la nostra Segretaria nazione dice “Proseguiremo la battaglia parlamentare alla Camera, ma serve una mobilitazione forte con tutte le forze politiche e sociali che insieme a noi provino a spiegare quali sarebbero gli effetti devastanti di questa riforma sull’autonomia”.

Lo dobbiamo fare perché è in ballo la tenuta dell’unità nazionale. Ovviamente non è un problema solo di forma ma un problema di sostanza. Un tema su tutti, quello della Sanità che dovrebbe essere garantita in egual misura ed efficienza su tutto il territorio nazionale. Già oggi i divari sul trattamento sanitario in questo Paese sono drammatici. Esistono fenomeni migratori per curarsi che dovrebbero indignare. Invece si prosegue su una strada che assegna alla regioni maggiori competenze, senza peraltro prevedere stanziamenti. Cosa succederà dunque, nelle regioni più ricche la sanità privata investirà massicciamente vista l’appetibilità del mercato sostituendo di fatto quella pubblica, in quelle più povere no acuendo un divario che già oggi esiste. L’Italia necessiterebbe di una politica redistributiva che tenga conto delle differenze del paese…si sta facendo esattamente il contrario.

Allora tocca a noi l’onere di spiegare, di indicare che questa è una strada pericolosa che spacca il Paese. Non si tratta di essere contro l’autonomia, ma di questa autonomia pasticciata che ci fa ricordare l’idea secessionista della vecchia Lega.