Conferenza Donne Democratiche 2024

Ѐ stata avviata la campagna di adesioni alla Conferenza delle Donne Democratiche 2024. Ѐ possibile registrarsi e iscriversi entro il 31 dicembre 2023 compilando il form presente nella piattaforma nazionale: https://donnedem.it/

L’iniziativa è aperta a tutte le donne, iscritte e non iscritte al Partito Democratico. “La Conferenza della Donne è un luogo autonomo di incontro e confronto, di elaborazione e iniziativa politica”. Sappiamo quanto il ruolo delle donne in ambito politico e lavorativo sia particolarmente complesso, viviamo in un Paese in cui la parità di genere è presente sulla carta ma non nei fatti. Per questo è necessario che le donne possano lavorare insieme affinché la parità di genere possa essere effettivamente realtà. Solo esserci e impegnarsi attivamente consente questo cambiamento nella nostra società.  Creare una rete di collaborazione tra donne è quindi fondamentale per potersi confrontare e attivarsi per il futuro del nostro Paese, creando alleanze in ogni settore.

Per sottolineare questi concetti, riportiamo i pensieri di due grandi politiche che tanto si sono spese per la politica e per i diritti:

Le donne devono imparare a esserci ovunque ci siano problemi da affrontare, perché la qualità della politica sarebbe migliore se ci fossero più donne che la fanno” (Tina Anselmi).

(…) milioni di donne (…) attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte verso la loro emancipazione. Essere stata una di loro e aver speso tanta parte del mio impegno di lavoro per il loro riscatto (…) costituisce e costituirà sempre un motivo di orgoglio della mia vita” (Nilde Iotti).

Il PD VdA continua a lavorare per contrastare la violenza di genere

Nella serata di lunedì 27 novembre i circoli del Partito Democratico della Valle d’Aosta si sono riunioni per discutere del tema della violenza di genere e pari opportunità.

Un dibattito che ha consentito agli iscritti e alle iscritte di confrontarsi su un tema attuale, ma che non vogliamo si esaurisca nei prossimi mesi. Per questo motivo, il PD VdA si è impegnato a portare avanti la tematica sia nei dibattiti pubblici e di partito, sia nelle sedi istituzionali attraverso azioni concrete.

Il cambiamento culturale della società è un percorso lungo e faticoso, la politica non può che essere parte di questo cambiamento contribuendo concretamente con azioni mirate.

Il PD non si tira indietro, la nostra Segretaria Elly Schlein è stata l’unica leader politica a partecipare alla grande manifestazione di Roma lo scorso 25 novembre. L’obiettivo non è quello di isolarsi, ma di confrontarsi con tutte le forze politiche per affrontare il tema senza pregiudizi e con obiettivi comuni, dalla necessità di mettere fine alla violenza di genere, ottenere la vera parità tra uomini e donne, consentire a tutte le donne di essere libere e autonome. Questo si può fare solo attraverso azioni politiche concrete di supporto alle donne.

Defr: la parola ai consiglieri regionali

I consiglieri regionali Paolo Cretier e Antonino Malacrinò commentano il Defr.

Crediamo che sia opportuno fare qualche riflessione sulla discussione sul DEFR che è avvenuta nell’ultimo Consiglio Regionale, che, come detto seppur sintetico nell’impostazione obbligata in termini di legge, è una strategia per la Valle d’Aosta indicando solo alcuni argomenti sostanziali e portatori di linee d’azione, non un dettaglio specifico di investimento futuro.
Detto tutto questo però, di positivo nel DEFR possiamo leggere alcuni dati importanti, come l’occupazione che è aumentata al 60% come a maggio 2008, malgrado eventi negativi a livello mondiale, nazionale e locale. In particolare, vanno bene il commercio e la ristorazione e anche le costruzioni, stagna l’agricoltura per ovvi motivi economici e riduzione delle aziende agricole troppo spesso screditate dall’opinione pubblica e dove è difficile invertire la tendenza nel breve periodo.
Il DEFR di inizio legislatura 2020 e il programma di Governo della Giunta Testolin, sono in continuità e sintonia con il programma della Giunta Lavevaz, e con quanto votato in tutti i DEFR di questa legislatura e con origine nel DEFR votato dal Consiglio Regionale nel 2018, consigliatura in cui il PDVDA non era presente in Consiglio Regionale. Ricordiamo che a gennaio 2020 furono votati degli emendamenti presentati da Rete Civica per dare corso agli studi propedeutici per il collegamento tra i comprensori di Cervinia e il Monte Rosa. Sul sito della regione è possibile scaricarlo e leggere e comprendere e non farsi confondere le idee da chi lo fa di proposito.
Sulla questione “Cime Bianche” molti sono espressi ma se la lingua italiana precisa e puntuale ci dice che a pagina 194 nei principali investimenti strategici che risultano prioritari in un’ottica di sviluppo dell’attività del settore, si cita “l’avvio dell’iter autorizzatorio di fattibilità tecnico- economico per il collegamento intervallivo…”.
Tutti abbiamo in mente la differenza che esiste fra iter autorizzatorio (o autorizzativo, stesso senso) e l’iter progettuale. Per chiarire cosa significhi questa dicitura è bene approfondire tecnicamente e soppesare le parole e avere le conoscenze tecniche del tema, l’approfondimento tecnico-giuridico non equivale ad avviare il progetto esecutivo.
Secondo l’art. 41 del nuovo codice degli appalti (D.lgs. 36/2023) “La progettazione in materia di lavori pubblici, si articola in due livelli di successivi approfondimenti tecnici: il progetto di fattibilità tecnico-economica e il progetto esecutivo.”
Il progetto di fattibilità tecnico-economica, quello indicato nel DEFR significa, ed elenco solo i punti più importanti:
a) individua, tra più soluzioni possibili, quella che esprime il rapporto migliore tra costi e benefici per la collettività in relazione alle specifiche esigenze da soddisfare e alle prestazioni da fornire;
b) sviluppa, nel rispetto del quadro delle necessità, tutte le indagini e gli studi necessari per la definizione degli aspetti di cui al comma;
Ecco la posizione del gruppo FP_PD regionale. Nessuno ha cambiato idea, nessuno si è portato avanti se non da parte di chi vuole fare confusione a fini politici ed elettorali.

25 novembre, Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne

Vorremmo un giorno non dover più contare i numeri delle vittime. Vorremmo un giorno smettere di ripetere che il ricatto economico, l’annientamento psicologico, la relazione di possesso e controllo, non sono altro che violenza. Vorremmo che fosse chiaro. E sconfitto. Ma quel giorno ci pare lontano ogni volta in cui le notizie parlano di femminicidio. “Siamo ancora lì” ci capita di pensare. Da gennaio 2023 è successo in Italia per 106 giorni. 106 donne uccise. Il Ministero della Salute ha da poco aggiornato i dati: 87 sono le donne ammazzate in ambito familiare o affettivo. Di queste, 55 sono vittime dei compagni o di ex. Più di una donna su tre ha subito nella vita un qualche tipo di violenza fisica o sessuale. Il 62,7% degli stupri sono commessi da partner. L’Istat segnala inoltre che nella maggior parte dei casi la richiesta al 1522 avviene soprattutto dopo una violenza fisica o psicologica. Per comprendere meglio il fenomeno, bisogna tenere in considerazione che quando le violenze sono multiple, spesso è quella economica, oltre a quella fisica, ad essere associata alle altre. Infine, 1 donna su 4, tra coloro che contattano i servizi, ha paura di morire. 

Guardando al nostro contesto, in Valle d’Aosta il Centro Antiviolenza ha visto da gennaio a novembre 65 nuovi accessi, 10 in più rispetto allo stesso periodo del 2022. Le donne che si sono rivolte al Pronto Soccorso sono invece 250. In tutto, nel 2022, erano 151. La maggior parte (200) sono italiane, 17 provengono da paesi extraeuropei e 10 dall’Europa. Nel 33% dei casi la violenza avviene in un ambiente domestico, nel 32% in strada, il restante 35% riguarda i contesti di lavoro e gli esercizi pubblici. La Casa Rifugio “L’Arcolaio” ospitava nel 2020 9 donne, nel 2021 sono state 17, nel 2022 16. 

L’analisi dei dati può indicarci due strade, probabilmente coesistenti. La prima ci presenta un fenomeno in aumento, una crescente richiesta di aiuto potrebbe essere sintomo di un crescente numero di vittime. L’altra ci fa supporre che stiano funzionando i mezzi di informazione e divulgazione e che il sommerso stia venendo a galla, che le donne riescano con meno difficoltà ad accedere ai servizi. Tuttavia, a mio avviso la questione rimane ed è prioritaria, sia per significato che per tempistiche: perché non riusciamo ad intervenire efficacemente sulla prevenzione? Per questo abbiamo bisogno di un cambiamento radicale della matrice culturale. È necessario abbandonare quell’idea per cui la violenza verbale è goliardia, per cui l’insulto provocatorio e sessista può essere giustificato. Bisogna educare alla relazione paritaria, distorta oggi da quegli afflati prepotenti di patriarcato che vedono nel controllo e nel potere l’unica possibilità. E no, non cadiamo nel rischio di fare di questo tema una questione di età. Anzi. Il Centro Donne contro la violenza fa emergere da un paio d’anni l’aumento delle richieste di aiuto di giovani minorenni, vittime di violenze dei coetanei. 

E poi c’è un altro tema, quello della denuncia. Solo il 15%, dati del Ministero della Salute, sceglie questa via. Perché? Spesso è la paura di non essere credute o peggio, il timore di essere colpevolizzate. Ecco che diventa fondamentale una formazione strutturata e costante degli operatori delle forze dell’ordine, delle autorità giudiziarie, dei professionisti che affiancheranno le donne nel percorso, avvocati e psicologi soprattutto. 

Eppure il governo taglia i fondi. Calendarizza sì in Senato l’esame del disegno di legge per il rafforzamento del Codice Rosso, di fatto prevedendo un rafforzamento degli strumenti di prevenzione (quali ammonimento, distanza minima di avvicinamento, vigilanza dinamica) e repressione. Elementi su cui il PD è disponibile a collaborare, ha sottolineato la segretaria Schlein. “Ma non basta”, ha detto a più riprese chiedendo l’approvazione immediata di una legge che introduca su tutto il territorio nazionale l’educazione all’affettività in ogni scuola. Tuttavia Meloni decurta di oltre il 70% i fondi per la prevenzione contro la violenza. Dai 17 milioni del 2022, ce ne sono solo 5 sul 2023. 

E, neanche a dirlo, la Schlein è in linea con la Convenzione di Istanbul, entrata in vigore per l’UE lo scorso 1° ottobre. “La violenza sulle donne è una censura delle società democratiche” ha dichiarato Vera Jourovà, vicepresidente della Commissione Europea per i Valori e la trasparenza. La Commissaria per l’Uguaglianza Helena Dalli aggiunse che “Solo quando le donne e le ragazze non vivranno più nell’insicurezza, nella paura e nella violenza quotidiane, vivremo in un’Unione veramente equa e paritaria”. 

E in Valle d’Aosta come ci muoviamo? Ad aprile scorso il Consiglio Regionale ha approvato il Piano Triennale degli interventi contro la violenza di genere per il periodo 2023-2025. Individua tra i prossimi obiettivi la capillarizzazione delle campagne di comunicazione sociale, di progetti anti-violenza, di informazione e prevenzione. “Nel triennio” scrivono “sarà inoltre importante affrontare il tema della violenza sessista nella rete (…), coinvolgere attori diversificati tra cui enti locali, scuole, università nella produzione partecipata di iniziative”. Se da una parte l’attenzione deve stare sulla sensibilizzazione, dall’altra le risorse erano e sono sulla formazione agli operatori delle agenzie segnalanti, agli insegnanti, agli ordini professionali. Il piano ritiene poi doveroso, così come indicato anche nella Convenzione di Istanbul, il contrasto della violenza di genere anche attraverso la presa in carico degli uomini maltrattanti per cui sono state presentate le fasi iniziali del progetto nello scorso mese di settembre. 

Anche la Consulta Regionale per le Pari Opportunità ha inevitabilmente scelto di inserire il tema del contrasto alla violenza tra le priorità su cui lavorare sin dal suo insediamento (nello scorso luglio). Il 25 novembre aprirà le pagine social con la promozione di una campagna di sensibilizzazione rivolta ai giovani e ai giovani adulti, contro ogni violenza, fisica, psicologica, economica, sessuale, verbale, vissuta in casa, via web o sul posto di lavoro. 

La Consulta per le Pari Opportunità e la non discriminazione del Comune di Aosta ha recentemente promosso la rassegna Miroir in cui, oltre ad alti interventi, ha presentato la Convenzione di Istanbul, dialogando con l’Ordine degli Avvocati, con l’Ordine degli Psicologi e con il Centro Donne contro la violenza. 

Il PD VdA si dissocia dalle parole dei Consiglieri Distort e Manfrin

Ancora una volta in Consiglio Regionale la Lega ha dimostrato un atteggiamento lontano dalla realtà. I consiglieri Distort e Manfrin hanno sostenuto nella giornata di ieri che il patriarcato “ha dato intere generazioni di uomini forti e stabili” lasciando intendere che non sia la causa dei fatti di violenza contro le donne di cui leggiamo quasi quotidianamente nella cronaca nazionale. In aula si è ricordata Giulia Cecchettin, uccisa non più di una settimana fa. Non è l’ultima vittima: dopo di lei un’altra donna è stata uccisa e un’altra ancora sfregiata con l’acido. Il Consiglio Regionale ha sottolineato la necessità di un cambio di passo, in cui a mutare deve essere prima di tutto la cultura maschilista. Questo cambiamento può avvenire solo attraverso gesti quotidiani, dall’educazione dei propri figli e figlie, per cambiare la visione della donna come una proprietà di cui disporre, “inserendo nei programmi scolastici l’educazione sessuale e all’affettività, ma anche nella divisione dei compiti in casa e quindi nella quotidianità”. Sono, queste ultime, le parole di Andrea Padovani che prosegue “la violenza maschile contro le donne, contro la quale il Consiglio ha dotato la regione di un piano programmatorio al quale bisogna continuare a dare gambe, non è un problema solo delle donne, ma è un problema di tutta la società”.

Parole come quelle dei consiglieri Distort e Manfrin stridono nell’impegnativa dell’intero Consiglio. Come Partito Democratico, come donne e uomini di questo territorio, non possiamo accettarle. E’ grave che siano state pronunciate in una sede istituzionale. Affermare che la via da inseguire sia “ritornare a educare maschi forti, ripercorrere il ruolo autentico del maschio alfa e dei suoi modelli virtuosi” è contro il modello di una società plurale, paritaria, antiviolenta e giusta. Indicano, inoltre e non possiamo non evidenziarlo, quanto il maschilismo machista sia insediato nella nostra cultura. Non possiamo congelare l’ideologia della prevaricazione e del controllo maschile come una delle possibilità di lettura, sostenendo che sia una percezione del genere femminile. Essa è da combattere perché sbagliata, senza opzioni. 

Per questo il Partito Democratico continuerà a lavorare, sostenendo il Piano triennale degli interventi contro la violenza di genere” approvato in Consiglio il 19 aprile scorso, organizzando eventi di sensibilizzazione e tenendo alta l’attenzione su questi temi. 

Non possiamo rimanere indifferenti, è un impegno e una responsabilità di tutte e di tutti. 

Forum Nazionale Disabilità, Diversità e Fragilità

Nel 2021 alcuni Giovani Democratici hanno fatto nascere il Forum Disabilità dei GD che nel 2023 si è trasformato nel Forum Nazionale delle disabilità, diversità e fragilità.

Prima con la guida di Elisa Bortolazzi ed Enrichetta Alimena, oggi di Elisa Bortolazzi e Simone Macchioni, il Forum è cresciuto e si è ingrandito coinvolgendo persone provenienti da tutta Italia. Oggi fanno parte del Forum Ezio Bellentani, Clarissa Cavola, Sandra Creanza, Mia Diop, Mafalda Maria Cristina Cocozza e Cecilia Lazzarotto.

Lo scopo del Forum è quello di aiutare il nostro Paese a dotarsi di Politiche che siano in grado di coniugare il progresso civile, sociale ed economico con l’accettazione, l’inclusione e il rispetto delle “diversità”, in ogni ambito della società, attraverso l’abbattimento di ogni barriera, sia essa architettonica, sensoriale, cognitiva, culturale e/o sociale.

Il lavoro del Forum si è concentrato nel 2023 sulla stesura di una proposta di legge di iniziativa popolare sull’Universal Design per un Paese davvero accessibile a tutte e tutti, nessuno escluso. Infatti, esso consente di realizzare spazi, ambienti e servizi fruibili dal maggior numero di persone possibili, senza, però giungere a soluzioni “su misura” e, quindi, “ghetizzanti”. La proposta di legge è stata accolta positivamente da alcuni parlamentari del Partito Democratico che hanno deciso di sostenere l’iniziativa.

Dopo un gran lavoro dietro le quinte, il Forum è pronto a presentare la proposta di legge durante un evento pubblico nel mese di gennaio a Bologna. L’evento darà voce ad associazioni e persone che vivono la disabilità nella loro quotidianità, per comprendere al meglio il senso della proposta di legge del Forum.

Per anticipare il ruolo del Forum Nazionale delle Disabilità, diversità e fragilità in Valle d’Aosta, verrà organizzato un incontro nelle prossime settimane  presso la sede del Partito Democratico della Valle d’Aosta in corso Battaglione. Sarà presente la delegata valdostana, Cecilia Lazzarotto, insieme agli altri componenti del Forum.

Lettera del Segretario: manovra economica

La differenze politiche tra il PD e un governo inadeguato come quello a guida Giorgia Meloni sono sempre più evidenti, ma si sono ancora di più palesate dopo la presentazione in Direzione Nazionale della contromanovra del Partito Democratico. Emergono due idee diverse del Paese. Quella dell’abbandono delle fasce sociali più deboli del Paese a fronte di investimenti inutili e onerosi come quelli del ponte sullo stretto, e la contromanovra del PD che promuove invece l’idea di porre maggiore attenzione a una distribuzione più diffusa con grande attenzione ai temi sociali.

Allora un ponte in meno e più attenzione a pensioni, sanità, scuola e università pubblica e a un grande piano casa per ridare dignità a chi oggi è in difficoltà, rifinanziando tra le varie iniziative quella del fondo affitti oggi svuotato dalla destra.

Ancora trasporto pubblico gratuito per i più giovani, un accelerazione sul tema delle comunità energetiche e sul finanziamento delle fonti rinnovabili, la stabilizzazione nella pubblica amministrazione per fare funzionare meglio la macchina a fronte di sfide epocali come il PNRR.

Resta prioritario per il PD un salario minimo, che interesserebbe tre milioni e mezzo di cittadini e cittadine ora abbandonati in un far west salariale che di fatto crea nuovi poveri.

È stato un pomeriggio proficuo quello della direzione che ha davvero messo nero su bianco delle differenze siderali tra chi in campagna elettorale ha fatto promesse e basta e che oggi si trova al palo, e chi invece come il PD immagina una manovra finanziaria seria con un’idea di distribuzione e promozione di un paese delle opportunità per tutti e tutte.

Peraltro la manovra Meloni sta ottenendo un piccolo record. È criticata da tutti. Imprese, associazioni di categoria, sindacati. Temo non sarà un caso, ma al di là della legittima critica politica il timore vero è che l’incapacità conclamata di dare risposte del governo picchierà duro sulla società. Non sarà banale per nessuno, ma soprattutto per chi già oggi è in difficoltà (basti pensare al numero dei poveri in costante aumento). Il cosiddetto fronte comune e la necessità di una proposta alternativa a questo governo resta un’urgenza. Bisogna farlo seriamente. Lo dobbiamo alle nostre idee, lo dobbiamo a chi non ne può più del populismo imperante che vive di slogan ma che poi carte alla mano non da nessuna risposta se non promuovere una manovra pericolosa, divisiva, che creerà maggiori emergenze  sociali. L’esatto contrario della nostra idea di società e di Paese.

Il Partito Democratico a fianco delle donne

Il Partito Democratico della Valle d’Aosta si dissocia dalle parole emerse nel Consiglio Regionale a seguito della mozione presentata dalla consigliera Chiara Minelli.

Pur condividendo la voglia di festeggiare dei coscritti e delle coscritte della nostra regione, che ogni anno al compimento dei 18 anni si divertono e insieme vivono il passaggio alla maggiore età, non possiamo che condannare le frasi sessiste esposte sulle loro macchine decorate a festa. E’ stato detto che ci sono molti temi più importanti da affrontare in un Consiglio Regionale, noi sosteniamo che quello del rispetto di genere e delle persone lo è esattamente come molte altre questioni. Un Paese civile non può che condannare frasi rivolte alle donne come: “ti monto che ti smonto” per festeggiare i 18 anni e non può accettare che nei luoghi istituzionali queste espressioni vengano sminuite con: “scritte che possono essere classificate al massimo come goliardiche. E’ solo un attacco ai coscritti e a chi festeggia in maniera autentica le nostre storiche tradizioni”, queste le parole del consigliere della Lega, Andrea Manfrin.

Il Partito Democratico si dice stupito dalla scarsa consapevolezza dei giovani coscritti che, dopo l’intervento delle forze dell’ordine, hanno dovuto eliminare le scritte. Serve una seria e importante riflessione sulla consapevolezza dei nostri giovani sull’importanza del linguaggio.

Derubricare a goliardia questioni delicate come quella del rispetto delle donne non è accettabile. Continuare a farlo non fa altro che procrastinare una questione di consapevolezza culturale che nel 2023 risulta arcaica” sono le parole del Segretario Luca Tonino. “La Consulta alle Pari Opportunità della Regione e quella del Comune di Aosta portano avanti quotidianamente un lavoro importante per far fronte al linguaggio di genere, al linguaggio non violento, nel rispetto di tutte e tutti. Le scritte e la scarsa consapevolezza della gravità delle frasi evidenziate mi rende ancora più consapevole della necessità di lavorare su questi temi nelle due consulte, come Assessora e come delegata nella Segreteria del mio partito“, incalza Clotilde Forcellati, delegata alle pari opportunità nella Segreteria del Partito Democratico. “Fare festa non vuol dire dimenticarsi il rispetto. Non sono banali frasi goliardiche, ma sono parole violente e offensive. I dati sulla violenza di genere nel nostro Paese sono elevatissimi, non possiamo sorvolare su certe affermazioni e dobbiamo condannarle. Perché il rispetto delle donne, delle persone, non può essere definito una perdita di tempo all’interno delle istituzioni e ancor peggio definirlo un modo autentico di festeggiare le tradizioni della Valle d’Aosta” conclude Cecilia Lazzarotto della Direzione Nazionale del PD.

Lettera del Segretario: la questione di genere non può essere strumentalizzata

La differenza tra la realtà e la mistificazione dei fatti è oggettivamente complessa da capire, specialmente in un periodo in cui la comunicazione viaggia veloce.
Ciò detto sulla parità di genere vorrei smontare una narrazione per cui il PD della Valle d’Aosta è poco attento o va avanti a fasi alterne.
Due esempi semplici:
1. La parità di genere è prevista dal punto di vista statutario e regolamentare. Quando ci si danno delle regole (frutto di una profonda convinzione culturale e politica) si rispettano.
2. nella proposta di riforma di legge elettorale abbiamo proposto con convinzione il rispetto della questione di genere, senza timidezza.

Allora le polemiche pretestuose (l’ultima sulla nomina del capogruppo di PCP al comune di Aosta) rispetto alla parità di genere non riguardano il PD. Dispiace che ogni volta, per scopi politici diversi e assolutamente legittimi, si utilizzino però temi pretestuosi che invece hanno un’importanza straordinaria.

Quindi rimandiamo cortesemente le critiche al mittente, ma una breve considerazione finale la vorrei fare a nome di tutti gli uomini e le donne del PD della Valle d’Aosta. Il rispetto del genere per il PD è normato da anni ed è frutto di una consapevolezza politica e culturale e non è stato fatto per piaggeria.

Il PD politicamente sul tema è scrupoloso e attento senza tentennamenti. Non mi pare possa valere per tutti, che invece sulla parità di genere sono incerti, ondivaghi ad uso e consumo di qualche nobile decaduto. Alcune associazioni culturali questo ci raccontano. Una precisazione a cui tenevo particolarmente. Non è mai un fatto personale, ma sempre e solo a difesa della comunità del PD!

La voce dei giovani: la sfiducia nella politica

A seguito di diverse discussioni, anche con altri movimenti politici, emerge sempre di più il distacco della nostra generazione dal mondo della politica. Ormai le istituzioni vengono viste come un qualcosa di inutile, organi incapaci di dare rappresentanza e spesso legati a giochi di nomi e poltrone. Su questo punto si potrebbe aprire un capitolo infinito di problematiche che affliggono la politica nazionale e valdostana che però vanno trattati in adeguata sede. In questa sfiducia generale ha trovato campo il populismo che al grido di “rinnoveremo la politica” ha finito per dimostrare che l’esperimento populista funziona bene in campagna elettorale ma è totalmente disastroso a livello istituzionale.

E’ una delle pagine più tristi della storia del nostro Paese quella che si sta scrivendo nell’ultimo periodo, un capitolo che ormai ogni anno si riempie di mancate occasioni per i giovani e vede crescere il numero di “se ne è già andato in cerca di qualcosa di migliore”. Bisogna voltare pagina, nella speranza che questa volta chi tiene la penna in mano e scrive, possa raccontare di un futuro migliore per questo Paese.

Noi, Partito Democratico e Giovani Democratici, più che il compito abbiamo l’obbligo di mettere il nostro totale impegno in questa causa, impegnandoci a dar vita a un nuovo modo di far politica, una politica che possa dare ai giovani lo slancio per poter cambiare, rendere i partiti luoghi di crescita e formazione per le nuove generazioni e soprattutto narrare la politica non più in modo frontale e formale ma cercare ogni volta di poter essere più vicino ai giovani per farli sentire parte di qualcosa, di un cambiamento. Noi GD ci siamo, qualsiasi sia la vostra idea per realizzare tutto questo, non esitate a contattarci e confrontarvi con noi.

(Giovani Democratici Valle d’Aosta)