Il 16 gennaio inizia ad Aosta la mobilitazione regionale per diffondere le proposte del Partito Democratico e raccontare il perché delle nostre preoccupazioni per la nostra regione.
I nostri volontari saranno presenti con un banchetto informativo in place des Franchises nel capoluogo regionale giovedì pomeriggio dalle 15.00 alle 18.00. Distribuiremo del materiale divulgativo sulle nostre proposte e per incontrare i cittadini.
Elezioni Europee: il Partito Democratico è la seconda forza politica della Valle d’Aosta!
I numeri di queste elezioni europee sono chiari: il giorno dopo le elezioni possiamo dire che il Partito Democratico c’è, l’alternativa alla Lega siamo noi!
Per prima cosa, ringraziamo la nostra candidata Edda Crosa, il cui impegno si è trasformato in un ottimo risultato, i volontari che hanno lavorato in questi mesi e soprattutto ringraziamo i più di 8.000 elettori valdostani che hanno deciso di darci fiducia.
I risultati di ieri ci vedono come la seconda forza politica della Valle d’Aosta: sfioriamo il 22% ad Aosta, dove in alcune zone siamo sopra la Lega, e siamo secondi in tanti altri comuni della regione. E’ un risultato che ci spinge a continuare, con ancora più impegno, il lavoro di dialogo con le persone, i territori e le associazioni.
Non possiamo però nascondere che la sfida di oggi, anche in vista delle prossime elezioni comunali, è quella di contrastare la Lega di Salvini.
“Gli elettori ci hanno dato l’incarico di essere argine all’onda nera delle destre, certo però non possiamo pensare di farlo da soli – sottolinea il segretario regionale Sara Timpano – dobbiamo mettere insieme i cittadini e le forze progressiste che non vogliono fare passi indietro sui diritti e che vogliono affrontare la questione ambientale”.
Eravamo insieme, Orfeo ed io, le ore prima del suo giuramento da consigliere regionale. Ascoltavamo il dibattito per l’insediamento della nuova giunta, seduti uno accanto all’altro nel foyer del Consiglio, e ogni tanto gli davo una pacca sulla spalla per sdrammatizzare un po’, per lenire l’agitazione che, si vedeva, non lo abbandonava neanche per un attimo. Voleva mettersi la cravatta per il suo giuramento, Orfeo, anche se si sentiva soffocare da quel cappio che, mi diceva non era abituato a portare, l’avrebbe messa con gli ultimi bottoni slacciati “per il rispetto dovuto all’Aula”. Si sentiva inadeguato, com’è normale per chi intraprende un compito così importante, ma era già consapevole dell’alto ruolo che sarebbe andato a svolgere, il buon Orfeo. Ha ascoltato la relazione del neo presidente Marquis dentro l’Aula, ha giurato con la voce spezzata dall’emozione, e alla richiesta se voleva dire qualcosa si è limitato ad augurare buon lavoro ai colleghi, dicendo che ci sarebbe stato il tempo buono per lavorare e per dire le cose. Ha voluto offrirci un bicchiere di vino, a Simona e a me, velocemente, perché doveva andare al CSV per una riunione delle sue, perché Orfeo si spendeva senza soste per gli altri, per i mille sfortunati che oggi piangeranno lacrime vere, quelle dei semplici. Mi manchi già tantissimo Orfeo.