Le vittorie in Emilia Romagna e in Umbria ci spiegano una cosa piuttosto semplice. Un programma innovativo, la difesa di caposaldi come la sanità pubblica, la transizione ecologica, un modello di sviluppo che innovi e la proposta di 2 candidati solidi come Michele De Pascale e Stefania Proietti fanno la differenza. Un rapporto chiaro e schietto con la popolazione fatto di molti incontri per spiegare e condividere un’idea, un futuro.
È quello che faticosamente stiamo provando a fare in Valle d’Aosta, dove abbiamo riservato parecchie energie alla costruzione di una bozza di programma che verrà presto condiviso con gli iscritti e con chi avrà voglia di ragionare con noi. Non si tratta di un esercizio di stile, ma si tratta di costruire un patto che preceda il momento elettorale che offra garanzie. E chi già oggi si sfila da questo ragionamento sbaglia, così come chi pensa che il PD possa vivere di autosufficienza. Già ora le esperienze amministrative più grandi a cui il PD partecipa ci spiegano come o il fronte è ampio, e in alcuni casi pure molto articolato nella sue differenziazioni, oppure il rischio è quello di sdoganare ed accreditare una destra (perché di centro resta proprio poco) che anche in questa Regione e nei nostri comuni importerebbe modello politici e amministrativi divisi e molto poco efficaci.
Non ci interessano le formule, ma siamo convinti che questo fronte comune esista e si debba concretizzare. Lo chiederemo ai nostri alleati e cercheremo in tutti i modi di renderlo più corposo. I no pregiudiziali, infarciti quasi sempre di questioni personali non ci convincono. Ci convince invece un dialogo costruttivo con tanti. Non per fare un fronte comune contro qualcuno, ma per marcare le assolute differenze con una destra già malconcia. Perché si contrappongono 2 idee distinte di società e di paese che abbiamo l’onere di spiegare che esiste ancora un paese aperto, solidale, innovativo che non divide ma che cerca di tenere assieme tutti.
Consiglio comunale: 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne
La Giornata internazionale contro la violenza sulle donne si celebra il 25 novembre, perché il 25 novembre del 1960 in Repubblica Domenicana sono state torturate e uccise le sorelle Patria, Maria Teresa e Minerva. La loro “colpa” è stata quella di impegnarsi nell’attivismo politico denunciando gli orrori e crimini della dittatura del proprio Paese. Soprannominate sorelle “Mariposas”, ovvero farfalle che si sono ribellate e la loro morte ha sollevato una presa di consapevolezza a livello mondiale sulla cultura maschilista e patriarcale che non tollerava di riconoscere alle donne l’occupazione di uno spazio pubblico e politico.
Le scarpe rosse, invece, arrivano dal Messico grazie all’artista Evelina Chavet per ricordare le vittime di violenza di femminicidio, tra le quali anche la sorella morta a 20 anni per mano del marito. Per questo il rosso è il colore del 25 novembre e di molte panchine, compresa quella del comune di Aosta.
Nel nostro Paese i dati sono allarmanti. Al 17 novembre nel 2024 sono 98 le donne uccise da un uomo, di queste 84 sono state uccise in ambito famigliare. Sono femminicidi. E’ bene ricordare che il termine femminicidio che non indica il sesso della persona morta, ma il motivo per cui è stata uccisa. Le vittime sono state uccise in quanto donne.
Le discriminazioni di genere avviene in molti ambiti, è un problema culturale generalizzato, presente in ogni momento della quotidianità. In Italia le donne guadagnano in media il 10,7% in meno degli uomini, simbolicamente dal 15 novembre al 31 dicembre è come se le donne lavorassero gratis. Il 59,7% dei laureati in Italia sono donne e con voti mediamente più alti. Dato che cambia se parliamo del mondo del lavoro. Nel 2022 ben 44.699 madri hanno lasciato il proprio lavoro dopo la nascita di un figlio. E questo si collega alla violenza economica, una violenza invisibile. Una donna senza lavoro non è autonoma e quindi più a rischio. Il 15% delle donne italiane non ha un conto intestato a suo nome. La dipendenza economica mette le donne in posizione di svantaggio e di conseguenza a rischio di subire violenza psicologica.
E’ necessario educare uomini e donne, bambini e bambine, per far si che il 64% delle donne che oggi subiscono violenza fisica o sessuale dal partner diventi consapevole di essere vittima di un reato. Educare serve a far comprendere agli uomini che un NO deve essere un NO. Per un 1 adolescente su 3 le ragazza dicono No, ma vorrebbero dire SI. Sulla giovane età l’allarme è forte. Il Centro Donne Antiviolenza della Valle d’Aosta ha registrato 61 nuovi accessi e più volte ha sottolineato come l’età si sia abbassata.
Tanto si sta facendo, tanto si deve ancora fare. La Consulta alle Pari Opportunità del comune di Aosta ha lavorato molto in questi anni per far comprendere, per approfondire, per conoscere il tema. Educare gli adulti è importante, ma lo è altrettanto per i giovanissimi e il Partito Democratico continua ad auspicare un’educazione affettiva e sessuale nelle scuole.
Qui l’ODG – 25 novembre votato in consiglio comunale il 28 novembre 2024.
PD VdA: verso le elezioni 2025
Il Partito Democratico della Valle d’Aosta ha avviato, ormai da qualche mese, un percorso di riflessione e discussione per prepararsi alle elezioni regionali del prossimo anno.
Il primo passo di questo percorso è stata la realizzazione di un questionario, diffuso in estate proprio tramite la nostra newsletter, nel quale abbiamo chiesto di indicarci le priorità e le principali criticità che è necessario affrontare per sviluppare una proposta di Governo solida e articolata.
Un grande “grazie!” va quindi a chi ha risposto al questionario, permettendoci di individuare i temi su cui concentrarci. La netta maggioranza di voi ha indicato la sanità come primo punto di attenzione. Le altre grandi questioni segnalate sono state la transizione ecologica, la scuola e la lotta alla povertà e alle disuguaglianze. Saranno temi centrali nel programma che presenteremo per le prossime elezioni regionali.
Parallelamente all’analisi del questionario, abbiamo realizzato una serie di lunghe interviste alle elette e agli eletti in Regione e nel Comune di Aosta. Abbiamo così approfondito il lavoro svolto dal PD in questi anni, discusso le sfide strategiche che attendono la Valle d’Aosta nel futuro e approfondito i temi emersi dal questionario.
Inizia ora il secondo passo di questo percorso, nel quale vogliamo allargare la discussione. Organizzeremo infatti una serie di incontri ispirati ai principi della democrazia partecipativa, che abbiamo chiamato “ateliers d’idées”.
Gli ateliers d’idées sono infatti momenti di confronto, che si sviluppano a partire da 3/4 domande su un tema specifico e seguono alcune regole utili a rendere la discussione partecipata ed efficace: in particolare tutte e tutti hanno la possibilità di parlare, con lo stesso tempo di parola (massimo 5 minuti). Per permettere un confronto autentico, la discussione avviene a piccoli gruppi (circa 15 persone), coinvolgendo sempre persone non iscritte al Partito Democrtico, ma interessate a sviluppare insieme a noi una riflessione sul futuro della Valle d’Aosta.
Nel weekend del 23 e 24 novembre abbiamo fatto un esperimento, organizzando i primi 2 ateliers d’idées. Tanti altri ne organizzeremo a partire da gennaio, vi faremo avere presto notizie!
Consiglio regionale: parliamo di bilancio
Dopo aver approvato settimana scorsa la variazione di bilancio, il Consiglio Regionale ora si appresta ad affrontare il bilancio di previsione 2025-2027 (DDL 169/2024)
Per spiegare il complesso bilancio uso una metafora di Giulio Dolchi che mi è sempre piaciuta per rendere comprensibile ai più il significato del Bilancio di previsione nel triennio 25-27.
Immaginando una grande torta si prospetta una suddivisione in fette del bilancio rispettando le necessità di ogni Assessorato, sostenendo le leggi di settore e garantendo nuove risorse finanziarie per temi emergenti e nuove norme da applicare, richiamando il decreto n.118 del 2011 che armonizza i sistemi contabili e gli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi.
Intanto riporto alcuni dati essenziali per la comprensione generale, che ho tratto dalla relazione generale, ripotando solo qualche informazione spero comprensibile in forma descrittiva, senza tabelle e/o grafici.
Il bilancio regionale pareggia nell’importo complessivo (compresi i residui differiti, il Fondo pluriennale vincolato e le partite di giro) di euro 1.897.370.143,83 per l’anno 2025, euro 1.707.191.286,89 per l’anno 2026 ed euro 1.608.062.854,01 per l’anno 2027. Contestualmente assieme al bilancio di previsione, vengono approvati anche il Programma regionale dei lavori pubblici e dei servizi di architettura.
Il totale delle entrate di competenza – Totale entrate finali – previste per il 2025, senza considerare le partite di giro, è pari a 1.626 milioni di euro, superiore alla previsione formulata per il 2024, pari a 1.541 milioni; la previsione per i due anni successivi del bilancio pluriennale evidenzia un andamento decrescente, per effetto del normale andamento della previsione dei fondi statali e dei fondi derivanti dalla programmazione europea, al quale si aggiunge l’andamento decrescente della previsione di entrate extra tributarie.
TITOLO 1 – ENTRATE DI NATURA TRIBUTARIA, CONTRIBUTIVA E PEREQUATIVA Le entrate del titolo 1, pari a 1.318 milioni per il 2025, sono superiori di circa 71 milioni rispetto alla previsione per il 2024.
La tipologia “Imposte, tasse e proventi assimilati” comprende tributi regionali (IRAP, addizionale regionale all’IRPEF, tassa auto, tassa concessione casa da gioco, tassa sul conferimento dei rifiuti in discarica, ecc.) e tributi provinciali, tutti legati al settore veicoli (imposta e contributo al Servizio Sanitario Nazionale sui premi RC auto e imposta di iscrizione e trascrizione dei veicoli al Pubblico Registro Automobilistico.
La previsione più alta rispetto all’anno precedente e superiore alla previsione già formulata per il 2025 nel bilancio di previsione 2024-2026 è il risultato di: – una significativa crescita del gettito IRPEF che deriva sia dai versamenti effettuati nel territorio, sia dai versamenti che affluiscono al bilancio della Regione versati dagli enti previdenziali: la previsione per il 2025 è stata aggiornata da 393 a 438 milioni.
TITOLO 2 – TRASFERIMENTI CORRENTI Le entrate da trasferimenti correnti sono previste in circa 44 milioni per il 2025 e si riducono nel triennio sino ai circa 23 milioni nel 2027. Tali entrate rappresentano poco meno del 3% del totale delle entrate finali. Si tratta, principalmente, di fondi statali, derivanti anche dall’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
TITOLO 3 – ENTRATE EXTRATRIBUTARIE Le entrate extra tributarie sono previste pari a 166 milioni per il 2025, in crescita rispetto ai circa 139 milioni iscritti in previsione per il 2025 nel bilancio 2024-2026, 135 milioni per il 2026 e 98 milioni per il 2027. Tali entrate rappresentano circa il 10% del totale delle entrate finali. La tipologia “Vendita di beni e servizi e proventi derivanti dalla gestione dei beni” costituisce circa un terzo della previsione di tali entrate ed è riferita alle cd. entrate patrimoniali, nelle quali sono ricomprese le entrate previste per la mobilità sanitaria attiva, per un importo di 14 milioni annui, ed i canoni derivanti dalla gestione del demanio idrico per un importo annuo di circa 37 milioni.
Negli stanziamenti di parte corrente è incluso anche il contributo alla finanza pubblica. In sostanza, per dare un quadro delle risorse effettivamente disponibili.
Riporto solo qualche dato sulle spese per missioni, del triennio di riferimento. Tema affrontato anche sabato negli “Ateliers d’ idées) di sabato pomeriggio 24 presso la sede del PD, una interessante iniziativa di confronto sul tema, in cui i presenti hanno presentato alcuni dei problemi del settore e su possibili soluzioni per rafforzare le misure per rafforzare la sanità e il welfare (la territorialità, la gestione uniforme dei servizi, la comunicazione, la prevenzione, liste di attesa ecc.). proprio perché la sanità è pur sempre un momento di discussione accesa tra cittadini e la politica locale, tra la politica e l’azienda, tra azienda e organizzazioni sindacali. Penso che molto è stato fatto ma molto rimane da fare, soprattutto l’attenzione al cittadino che si rivolge alla sanità e alla prevenzione e alla diagnostica.
A tal proposito riporto, solo qualche missione e gli stanziamenti per ciascuna di esse nel 2025.
MISSIONE 12 DIRITTI SOCIALI, POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA
124.344.078,72 incidenza sul triennio 6,66 %
MISSIONE 13 TUTELA DELLA SALUTE
459.661.8678,95 incidenza sul triennio 23,27 %
Per quanto concerne la distribuzione complessiva della spesa per Missioni, ovvero i macro-ambiti di competenza definiti dalla normativa contabile nazionale, su tutte spiccano la Missione 13 Tutela della salute, cui è destinato il 23,27% delle risorse, la Missione 12 Diritti sociali, Politiche sociali e famiglia (6,66%) che insieme rappresentano il 30% circa degli stanziamenti complessivi.
Una valutazione ulteriore, pensando alla situazione sociale locale in rapporto alla crisi economica e della povertà strisciante, consideriamo anche la Missione 4 Istruzione e Diritto allo studio con 235.894.871,24 incidenza sul triennio 13,04 %, la 5 Tutela e valorizzazione dei beni e delle Attività Culturali 53.857.960.07 incidenza 2,69%, la 6 Politiche giovanili, sport e tempo libero con 11.540.227,10 incidenza 0,57 %.
Sommando le precedenti 5 Missioni abbiamo un 46,23 % di incidenza, un impatto importante sul bilancio e questo rende più evidente lo sforzo della politica e del sostegno al welfare regionale che mette in piedi tutte quelle azioni, beni o servizi, che vengono attivate a tutela dei cittadini nelle condizioni di bisogno, per promuovere il benessere delle persone in difficoltà economica.
Gli stanziamenti crescono anno dopo anno ma i problemi di organico e la fuga all’estero di personale e i tanti problemi strutturali purtroppo non ancora risolti, non danno ancora quel segnale di inversione di rotta e il ritorno ad una sanità di eccellenza come nel passato, anche se come cittadino mi sembra che molto dipende dal modello organizzativo e di efficienza di un servizio rispetto ad un altro.
Paolo Cretier
Lettera del Segretario: la manovra economica del governo Meloni
Il PD VdA ha aderito allo sciopero per il clima
Lo scorso 11 ottobre il PD Valle d’Aosta ha partecipato alla manifestazione organizzata dai ragazzi e dalle ragazze di Fridays for future VdA. Abbiamo accolto l’invito dei giovani valdostani ad aderire allo sciopero e alla manifestazione.
L’urgenza di intervenire sul rispetto del nostro pianeta e la necessità di arginare i cambiamenti climatici non sembra essere così forte come qualche anno fa, ma i giovani continuano a percepire questo come un problema serio e imprescindibile. Il sostegno del Partito Democratico è importante e vuole essere un impegno per il futuro della comunità valdostana e non solo. L’impegno del nostro partito a livello nazionale ed internazionale sulla transizione ecologica è chiaro: la transizione ecologica non è un lusso, ma una necessità e un piano sociale contro le diseguaglianze.
E’ importante non dimenticare le alluvioni che hanno colpito la nostra regione questa estate, in particolare Cogne e Cervinia. La nostra regione è intervenuta tempestivamente per aiutare le comunità locali, ma una riflessione sulle cause è inevitabile. Non si può negare che fenomeni così importanti e frequenti sono la conseguenza dei cambiamenti climatici e che intervenire con politiche mirate è più che mai necessario. Non perché ce lo chiede l’Unione Europea, ma perché comprendiamo che il fenomeno non è isolato e sporadico, ma globale e sempre più frequente. I primi campanelli di allarme arrivano proprio dalle nostre montagne e dai nostri ghiacciai, sempre più ridotti. Questo non solo è impattante dal punto di vista paesaggistico, ma significa che le temperature sono sempre più alte (non bastano un inverno nevoso o un’estate fresca per negare che le temperature globali siano in crescita). Un’altra conseguenza è la mancanza di risorse idriche, non possiamo dimenticare che la maggior parte dei nostri torrenti sono di origine glaciale. Poniamo una semplice domanda: se dovessero scomparire i ghiacciai? Ecco, siamo convinti che per dare risposte concrete e credibili sia necessaria lungimiranza. Non sono sufficienti i termini delle singole legislature. Serve essere consapevoli che le azioni di oggi magari saranno tangibili fra più legislature e questo lo dobbiamo ai giovani della nostra comunità e di tutto il mondo.
Il consiglio regionale ha incontrato l’On. Luciano Violante
Riportiamo di seguito una lettera del capogruppo Paolo Cretier:
Sabato 12 ottobre 2024 ho avuto occasione di partecipare assieme al collega Guichardaz Jean Pierre, all’incontro organizzato dal Celva a Cogne con l’On. Violante Luciano Presidente Emerito Camera dei Deputati, una sala piena di Sindaci, qualche rappresentante del Governo Locale, qualche Consigliere
Regionale e molte autorità, sapientemente moderato dalla Rettrice dell’Univda.
Peccato che non ci fosse un giornalista presente per raccontare meglio di
me alcuni passaggi importanti.
Ho molto apprezzato, come tutti i presenti, il pensiero politico, l’impegno Parlamentare e Amministrativo e la grande umanità e semplicità, che ci ha trattenuti amabilmente per due ore, intervallando l’attività politica, le relazioni parlamentari, facendo qualche accenno al difficile periodo del terrorismo essendo stato un giovane Magistrato ancora prima di essere un eletto.
Riporto solo alcuni passaggi secondo me importanti che riguardano temi
attuali di politica di adesione ad un partito a cui faccio anche io riferimento.
In premessa ha voluto esplicitare il suo rapporto con gli avversari politici,
secondo Violante bisogna, fare uno sforzo per capire la posizione di chi
non condivide il nostro pensiero. Un’idea forte ma che prescinde dal
rispetto reciproco, perché quando si è eletti si ha raccolto in qualche modo
la fiducia degli elettori. Poi l’attività e il posizionamento accendono lo
scontro nell’agone politico in Consiglio e in Parlamento. A difesa delle
posizioni politiche nell’arco costituzionale.
A proposito di Presidenzialismo, ha ricordato che non può funzionare nel nostro specifico sistema democratico, Violante ha detto che solo l’Italia che ha un Presidente della Repubblica e la Spagna forte della presenza del Re, hanno
un garante al di sopra delle parti, mentre i sistemi degli Stati Uniti e della
Francia non hanno un arbitro che protegge l’ordine costituzionale e quindi
non sono garantiste ed esprimono un potere egemone pericoloso.
Sull’Autonomia differenziata brevemente Violante ha richiamato un
esempio emblematico, il costo di una terapia anti tumorale a Roma costa
600 euro e a Torino è gratuito, una disparità incomprensibile e iniqua per i
rispettivi cittadini. Il rischio di autonomia, così proposta è piuttosto confusa e la Destra vorrebbe applicare subito, questa rischia di rendere ancora più evidenti le differenze tra il Nord e il Sud invece che livellare in modo serio un tema importante come la sanità. Questa una conferma importante.
Per i giovani, Violante pensa che, sono mancati i grandi Maestri Politici che negli ultimi decenni sono stati il faro per attrarre le nuove generazioni.
E ancora, bisogna, rifare della seria formazione politica e creare una classe
dirigente che coinvolga la base a tutti i livelli, creando un interesse maggiore che potrebbe riportare la gente seriamente al seggio.
Infine, il Presidente Emerito, ha fatto i complimenti alle istituzioni locali per il grande lavoro concluso con somma urgenza per i lavori post alluvione del 29 giugno 2024, collegando Cogne al resto della Valle d’Aosta, rimettendo in moto l’economia locale.
Aosta Pride, perché è importante scendere in piazza per i diritti
“Il Pride non serve”; “Tutti abbiamo gli stessi diritti, non dobbiamo aggiungerne a una nicchia”; “Usiamo i soldi pubblici per aiutare le famiglie”.
Queste sono solo alcune delle affermazioni apparse sui social in questi giorni dopo la seconda parata dell’Aosta Pride.
Proviamo a fare chiarezza. Pensare alle famiglie significa pensare a tutte le famiglie siano esse di coppie etero o arcobaleno, o di altro tipo. Non esiste una sola tipologia di famiglia. Il sostegno pubblico del comune di Aosta non è esclusivo per la parata, ma ha obiettivi culturali. Le tre settimane del Pride 2024 hanno visto un calendario ricco, da spettacoli teatrali, alla presentazione di libri, laboratori per bambini, momenti di riflessione e approfondimento che hanno coinvolto oltre 1500 persone.
Perché parlare di diritti è fondamentale? Perché non tutti abbiamo gli stessi diritti, cerchiamo di fare degli esempi. Matrimonio e unione civile non sono la stessa cosa, il primo riservato solo alle coppie eterosessuali e la seconda alle coppie omessuali che a differenza delle prime non possono adottare. Aggiungiamo l’approvazione della legge che definisce la gestazione per altri come reato universale dei giorni scorsi volta a colpire non solo la libertà delle donne di decidere del proprio corpo, ma anche la possibilità di alcune coppie di avere dei figli (a meno che tu non sia Elon Musk, a lui tutto è concesso perché amico del Governo Meloni). Vi invitiamo a leggere l’approfondimento de L’Espresso di un paio di anni fa, ma ancora attuale per comprendere perché i diritti non sono uguali per tutti (https://lespresso.it/c/politica/2022/6/10/diritti-lgbt-tutte-le-leggi-che-mancano/38311).
Insomma oggi parlare di diritti serve, farlo al Pride consente una partecipazione ampia, allegra, colorata e soprattutto collettiva in cui tutti e tutte sono in piazza con il solo obiettivo di parlare di diritti. Supportare le persone omosessuali senza lasciarle nell’ombra, non farle sentire isolate, significa creare consapevolezza nella comunità, contribuendo anche a evitare fenomeni di discriminazione purtroppo presenti in tutto il Paese, che ad oggi non ha una legge contro i crimini d’odio, nonché un adeguamento del diritto penale al reato d’odio omotransfobico.
Lettera del Segretario: ci vediamo al Pride
Biagio Fresi: il ricordo del Segretario
Caro Biagio,
a nome di tutti volevo subito dirti una cosa. Siamo qui tristi, impreparati, assolutamente inermi dal punto di vista emotivo perché di non vederti più non era contemplato. Per cui, in tutta onesta sarà dura e sarà complessa.
Quando si chiede di fare un ricordo di qualcuno che ci lascia, si tenta sempre di fare un elenco delle cose fatte. Un elenco per lo più asettico e impersonale. Oggi non sarà così, perché ti conosco e ti conoscono tutti molto ma molto bene e sappiamo tutti le cose importanti che hai fatto nella tua vita.
E allora oggi parliamo di te, del lato umano che ci mancherà tremendamente.
Siamo però sicuri che con il tuo sorriso contagioso, la tua ironia e con la tua voglia di vivere non apprezzeresti queste facce plumbee e quindi andiamo avanti, con il dolore nel cuore, ma provando ad avere anche un mezzo sorriso.
D’altronde un altro tuo lato caratteristico era l’essere positivo, immaginare che si potesse sempre migliorare, anche nei momenti complessi. Lo facevi quotidianamente al partito, luogo per te essenziale così come la tua famiglia. Abbiamo passato assieme una vita di partito e io non ricordo che sia sempre stata facile.
Ma anche nei momenti difficili non mancava mai e dico mai la tua capacità di trovare un elemento positivo su cui investire e in cui credere. In questi giorni con Tina abbiamo anche un po’ sdrammatizzato. Ogni tanto Tina ti diceva che la tua vera famiglia era il partito. Ce lo siamo sentiti dire tanti di noi questa frase, ma sono sicuro che tua moglie, la tua compagna di una vita te lo dicesse perché ti vedeva stanco e preoccupato e non per rimproverarti. Perché il tuo impegno sociale non poteva scindersi dalla tua vita. L’impegno nel sindacato, nella camera del lavoro di Milano, nell’amministrazione comunale di Chatillon e soprattutto nel partito. Una vita nel partito. In estrema sintesi potremmo direi da Enrico Berlinguer ad Elly Schlein, passando da mille personaggi di grande spessore che hai conosciuto e che ti hanno apprezzato.
Al partito ad Aosta il tuo ufficio è li, chiuso e lo apriremo assieme, senza fretta e con la delicatezza del caso.
Devo dire che il tuo senso di appartenenza al partito ha per me e per noi ancora oggi dell’incredibile. Un impegno non fideistico, perché quando c’era da criticare non ti sei mai tirato indietro, ma sempre pensando che quella comunità fosse la tua casa. Tutti i giorni in macchina a Verres, poi il treno fino ad Aosta, poi la passeggiata in via de Tillier con un buon caffè e poi al partito. Tutti i giorni, fino a poco tempo fa. Per non parlare poi delle feste dell’unità, delle campagne elettorali ed in ultimo la raccolta firme contro l’autonomia differenziata. Anche negli ultimi tempi, quando le condizioni fisiche non te lo permettevano non mancava mai una chiamata per dire: scusa ma oggi non posso venire.
Sei stato sempre in prima fila, e mai per te, ma sempre per il gruppo, per il partito, per la comunità. Per te questo non era oggetto di discussione si parlava di comunità e mai dei singoli. E da questo punto di vista abbiamo tutti da imparare. Occuparsi del mondo del lavoro, occuparsi del quotidiano complesso delle persone nella speranza di un mondo migliore, più equo e più accogliente. Un mondo di e per tutti.
Sono stati 79 anni intensi. Avremmo voluto festeggiare gli 80 assieme ai tuoi parenti che sono arrivati dalla Sardegna che voglio ringraziare ed abbracciare, ed invece siamo qui oggi. Un peccato ma vivremo non con il ricordo, ma del ricordo. Non saremo nostalgici, ma andremo avanti con te al tuo fianco. Faremo nostri i tuoi insegnamenti. Biagio credici non ti dimenticheremo, non dimenticheremo i tuoi parenti, non dimenticheremo le tue parole.
Infine grazie, grazie per aver condiviso con noi la tua vita, grazie per averci insegnato molto. Grazie per averci insegnato ad essere risoluti. Una tenacia in positivo. Un mix di Sardegna e Valle d’Aosta, terre che amavi, terre toste, per certi aspetti molto simili.
Fai buon viaggio caro Biagio. Chi dice che nella morte ci sia qualcosa di definitivo sbaglia. E non è un problema di fede o non fede, ma si deve fare riferimento a cosa resta. Ai ricordi, agli insegnamenti, ad un’idea di mondo che ti piaceva e che ci piacerà ancora. Ci mancherai tanto, non sarà facile. Ma qualche decennio passato assieme a tanti di noi non svanisce. Resta e si rafforza, perché le idee e gli ideali non muoiono, ma insegnano e ci indicano il futuro. Caro Biagio ora ti lasciamo andare per davvero. Sei stato un amico sincero e leale. Una persona di cui fidarsi. Mancherai a tanti, ma soprattutto a Tina, a tuo figlio Andrea con Nicole e Veronica, ai tuoi fratelli Giovanni, Ilario, Francesca e Domenica con le rispettive famiglie, ai cognati Paolo, Marco, Stefano e Gabriella con tutti i famigliari e ai figliocci Raphael e Daniele, a cui ci stringiamo tutti e a cui dedichiamo un pensiero particolare.
Ciao Biagio.