Dimensionamento scolastico: scelta strategica in Valle d’Aosta

Se a livello nazionale il mondo della scuola ha innescato la protesta legata al dimensionamento scolastico, in Valle d’Aosta arriva il plauso anche dai sindacati. Molte regioni italiane, infatti, perderanno molte scuole e le autonomie scolastiche, in Emilia-Romagna 20 scuole in meno, Sicilia ben 95, non mancheranno problemi in Toscana, nel Lazio, in Campania, Veneto, Liguria… Il Ministro Valditara sostiene di migliorare l’organizzazione e di limitare le reggenze nelle dirigenze, ma chi lavora nel mondo scuola sa che questo causerà una grave perdita di posti di lavoro, la mancanza di scuole in territori piccoli e periferici, e l’aumento del numero di alunni nei plessi attivi.

In Valle d’Aosta si è deciso di operare diversamente, consentendo anche alle nostre scuole di montagna di sopravvivere. La popolazione di montagna è ben a conoscenza del problema del calo demografico nella nostra regione e dello spopolamento delle aree montane, ma la mancanza di scuole non farebbe che aggravare il problema. Così i nostri plessi, grazie anche al nostro Assessore Guichardaz, resisteranno e non verrà fatto alcun accorpamento per il triennio 2024/2027. Se nel resto d’Italia scompariranno molte autonomie scolastiche, in Valle d’Aosta ne nascerà una nuova, il CRIA (Centro Regionale per l’Istruzione per Adulti), scuola serale che troverà una suo identità dall’a.s. 2024/2025 con un suo Dirigente.

Ancora una volta possiamo dimostrare che le destre non sono attente al mondo della scuola, a differenza delle forze di sinistra.

PD VdA: un anno ricco e impegni per il 2024

Il 2023 è stato un anno ricco di impegni e cambiamenti per il Partito Democratico. Le primarie di inizio anno hanno visto l’elezione della Segretaria Elly Schlein. La deputata è stata eletta con un ottimo risultato anche in Valle d’Aosta con oltre il 70% di preferenze. Nella prima assemblea nazionale, a cui hanno partecipato Luca Tonino, Cecilia Lazzarotto, Eloise Della Schiava, Piero Ferraris e Andrea Lamberti, sono stati eletti in Direzione Nazionale il Segretario Luca Tonino e la consigliera comunale di Aosta Cecilia Lazzarotto. In questi mesi tra i vari temi affrontati in Direzione anche il nuovo regolamento dei circoli del PD e un’ultima convocazione che ha avuto al centro il tema della riforma finanziaria del Governo Meloni che mette in seria difficoltà cittadine e cittadini italiani. Tagli alla sanità, all’istruzione, alla ricerca, ai finanziamenti per i giovani, i centri antiviolenza… L’impegno del Partito Democratico non si ferma e si continueranno ad affrontare battaglie importanti, dal salario minimo (proposta di legge rifiutata dal Governo e che aveva visto l’unità di tutte le opposizioni ad esclusione di Italia Viva), il diritto alla sanità pubblica, a una istruzione di qualità per tutte e tutti, passando per i diritti civili e l’impegno nel trovare soluzioni di pace nelle guerre tra Russia e Ucraina e tra Israele e Palestina.

Cosa è successo in Valle d’Aosta? Dopo aver scongiurato l’ennesima crisi regionale, si è trovato un accordo e il nostro assessore Jean Pierre Guichardaz è passato dal turismo, sport e cultura, all’istruzione e cultura. Nel settore dell’istruzione tra le maggiori iniziative ricordiamo il bonus 500 erogato a tutti e tutte gli/le insegnanti (precari e non) per tutti gli anni a partire dall’anno della sua introduzione 2015. Una scelta unica in Italia, che prevede anche l’erogazione del bonus 500 anche a tutti i precari della scuola a partire da questo anno scolastico. Altra scelta unica in Italia è la decisione di non accorpare tutti i plessi scolastici, ma di mantenere anche le scuole di montagna.

In Comune ad Aosta non sono mancate le approvazioni di molti progetti presentati per il PNRR che vedranno la realizzazione di nuovi posti negli asili nido del capoluogo e che vedranno riqualificare i quartieri Cogne e Dora. Altri fondi consentiranno di eliminare, finalmente, i grattacieli del Q. Cogne. Non ultima la candidatura di Aosta a Capitale della Cultura 2025, che ha visto arrivare il capoluogo tra i 10 finalisti e un ruolo importante nella progettazione culturale dei prossimi anni.

Un anno che ha portato al PD Valle d’Aosta una ventata di novità sul piano politico, con un’attenzione da parte della nuova Dirigenza Nazionale. La segretaria Elly Schlein è arrivata in Valle d’Aosta lo scorso gennaio per presentare la sua mozione per le primarie, ma non ha abbandonato la nostra regione tornando a settembre in occasione di una ritrovata Festa dell’Unità, riproposta in Valle d’Aosta dopo oltre 10 anni di assenza. L’On.Chiara Gribaudo non è mancata per la festa di tesseramento la scorsa primavera e anche lei tornata per la Festa dell’Unità. L’appuntamento di settembre ha visto tornare in Valle d’Aosta l’On. Mauro Berruto e l’Eurodeputato Brando Benifei. Alla Festa dell’Unità è stata formalizzata in Valle d’Aosta anche la collaborazione con Volt Italia e PD VdA, un momento importante che crea una visione politica non solo regionale, ma anche nazionale ed europea.

Cosa aspettarsi dal 2024? Sicuramente l’impegno costante del Partito Democratico nei confronti di cittadine e cittadini della nostra regione, incontri sul territorio da parte degli eletti in regione e nei consigli comunali, eventi di approfondimento e formazione, una scuola politica, la Festa dell’Unità e l’appuntamento importante delle elezioni europee nel mese di giugno 2024.

Lettera del Segretario: un anno di Governo Meloni

Sta per finire un anno complesso e impegnativo. Non si tratta della solita frase di fine anno, ma credo che per il Paese lo sia stato davvero.
Ѐ stato il primo anno intero in cui il governo presieduto da Giorgia Meloni ha guidato l’Italia. Un Paese in cui non ci riconosciamo e che ha oggettivamente è un Paese peggiore rispetto a quello passato.
Vorrei spiegare sommariamente il perché in 3 questioni:
  • è sicuramente un Paese più diviso. Da questo punto di vista il Governo ha tagliato lo stato sociale venendo meno anche ad impegni elettorali. Lo ha fatto senza una strategia ma facendo cassa sui più poveri, su quelli in difficoltà, su quelli che in un momento di crisi già barcollavano. Stop al reddito di cittadinanza e nessuna misura compensativa, muro incomprensibile su reddito minimo. Insomma ognuno se la deve cavare e se non ce la fa pazienza;
  • sul tema della credibilità internazionale credo che si sia toccato il fondo con la posizione sul MES (l’Italia è l’unico Paese che non ha aderito). Una posizione incomprensibile, tutta ideologica e che ci relega a un ruolo marginale. Non bastano le gite fuori porta dei vari ministri per recuperare un ruolo che non ci appartiene più;
  • la scarsa attenzione alle questioni ambientali è disarmante. Regna una confusione assoluta e nessuna idea di futuro. Il cambiamento climatico e le conseguenti emergenze idrogeologiche che rappresentano un vero dramma in questo Paese e che richiederebbero ingenti finanziamenti hanno visto una contrazione dei fondi anche a fronte di risorse PNRR.
Sono tre piccoli esempi ma sintomatici dell’idea di Paese e della totale mancanza di un’idea prospettica. Contro questa deriva del Paese non sarà sufficiente solo una forte opposizione, ma dovremo immaginare una proposta di governo alternativa che sulla questione dei temi possa coinvolgere le forze politiche che non partecipano al governo. Ѐ una sfida importante ed essenziale per cambiare il verso di questo Paese.

Conferenza Donne Democratiche 2024

Ѐ stata avviata la campagna di adesioni alla Conferenza delle Donne Democratiche 2024. Ѐ possibile registrarsi e iscriversi entro il 31 dicembre 2023 compilando il form presente nella piattaforma nazionale: https://donnedem.it/

L’iniziativa è aperta a tutte le donne, iscritte e non iscritte al Partito Democratico. “La Conferenza della Donne è un luogo autonomo di incontro e confronto, di elaborazione e iniziativa politica”. Sappiamo quanto il ruolo delle donne in ambito politico e lavorativo sia particolarmente complesso, viviamo in un Paese in cui la parità di genere è presente sulla carta ma non nei fatti. Per questo è necessario che le donne possano lavorare insieme affinché la parità di genere possa essere effettivamente realtà. Solo esserci e impegnarsi attivamente consente questo cambiamento nella nostra società.  Creare una rete di collaborazione tra donne è quindi fondamentale per potersi confrontare e attivarsi per il futuro del nostro Paese, creando alleanze in ogni settore.

Per sottolineare questi concetti, riportiamo i pensieri di due grandi politiche che tanto si sono spese per la politica e per i diritti:

Le donne devono imparare a esserci ovunque ci siano problemi da affrontare, perché la qualità della politica sarebbe migliore se ci fossero più donne che la fanno” (Tina Anselmi).

(…) milioni di donne (…) attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte verso la loro emancipazione. Essere stata una di loro e aver speso tanta parte del mio impegno di lavoro per il loro riscatto (…) costituisce e costituirà sempre un motivo di orgoglio della mia vita” (Nilde Iotti).

Il PD VdA continua a lavorare per contrastare la violenza di genere

Nella serata di lunedì 27 novembre i circoli del Partito Democratico della Valle d’Aosta si sono riunioni per discutere del tema della violenza di genere e pari opportunità.

Un dibattito che ha consentito agli iscritti e alle iscritte di confrontarsi su un tema attuale, ma che non vogliamo si esaurisca nei prossimi mesi. Per questo motivo, il PD VdA si è impegnato a portare avanti la tematica sia nei dibattiti pubblici e di partito, sia nelle sedi istituzionali attraverso azioni concrete.

Il cambiamento culturale della società è un percorso lungo e faticoso, la politica non può che essere parte di questo cambiamento contribuendo concretamente con azioni mirate.

Il PD non si tira indietro, la nostra Segretaria Elly Schlein è stata l’unica leader politica a partecipare alla grande manifestazione di Roma lo scorso 25 novembre. L’obiettivo non è quello di isolarsi, ma di confrontarsi con tutte le forze politiche per affrontare il tema senza pregiudizi e con obiettivi comuni, dalla necessità di mettere fine alla violenza di genere, ottenere la vera parità tra uomini e donne, consentire a tutte le donne di essere libere e autonome. Questo si può fare solo attraverso azioni politiche concrete di supporto alle donne.

Defr: la parola ai consiglieri regionali

I consiglieri regionali Paolo Cretier e Antonino Malacrinò commentano il Defr.

Crediamo che sia opportuno fare qualche riflessione sulla discussione sul DEFR che è avvenuta nell’ultimo Consiglio Regionale, che, come detto seppur sintetico nell’impostazione obbligata in termini di legge, è una strategia per la Valle d’Aosta indicando solo alcuni argomenti sostanziali e portatori di linee d’azione, non un dettaglio specifico di investimento futuro.
Detto tutto questo però, di positivo nel DEFR possiamo leggere alcuni dati importanti, come l’occupazione che è aumentata al 60% come a maggio 2008, malgrado eventi negativi a livello mondiale, nazionale e locale. In particolare, vanno bene il commercio e la ristorazione e anche le costruzioni, stagna l’agricoltura per ovvi motivi economici e riduzione delle aziende agricole troppo spesso screditate dall’opinione pubblica e dove è difficile invertire la tendenza nel breve periodo.
Il DEFR di inizio legislatura 2020 e il programma di Governo della Giunta Testolin, sono in continuità e sintonia con il programma della Giunta Lavevaz, e con quanto votato in tutti i DEFR di questa legislatura e con origine nel DEFR votato dal Consiglio Regionale nel 2018, consigliatura in cui il PDVDA non era presente in Consiglio Regionale. Ricordiamo che a gennaio 2020 furono votati degli emendamenti presentati da Rete Civica per dare corso agli studi propedeutici per il collegamento tra i comprensori di Cervinia e il Monte Rosa. Sul sito della regione è possibile scaricarlo e leggere e comprendere e non farsi confondere le idee da chi lo fa di proposito.
Sulla questione “Cime Bianche” molti sono espressi ma se la lingua italiana precisa e puntuale ci dice che a pagina 194 nei principali investimenti strategici che risultano prioritari in un’ottica di sviluppo dell’attività del settore, si cita “l’avvio dell’iter autorizzatorio di fattibilità tecnico- economico per il collegamento intervallivo…”.
Tutti abbiamo in mente la differenza che esiste fra iter autorizzatorio (o autorizzativo, stesso senso) e l’iter progettuale. Per chiarire cosa significhi questa dicitura è bene approfondire tecnicamente e soppesare le parole e avere le conoscenze tecniche del tema, l’approfondimento tecnico-giuridico non equivale ad avviare il progetto esecutivo.
Secondo l’art. 41 del nuovo codice degli appalti (D.lgs. 36/2023) “La progettazione in materia di lavori pubblici, si articola in due livelli di successivi approfondimenti tecnici: il progetto di fattibilità tecnico-economica e il progetto esecutivo.”
Il progetto di fattibilità tecnico-economica, quello indicato nel DEFR significa, ed elenco solo i punti più importanti:
a) individua, tra più soluzioni possibili, quella che esprime il rapporto migliore tra costi e benefici per la collettività in relazione alle specifiche esigenze da soddisfare e alle prestazioni da fornire;
b) sviluppa, nel rispetto del quadro delle necessità, tutte le indagini e gli studi necessari per la definizione degli aspetti di cui al comma;
Ecco la posizione del gruppo FP_PD regionale. Nessuno ha cambiato idea, nessuno si è portato avanti se non da parte di chi vuole fare confusione a fini politici ed elettorali.

25 novembre, Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne

Vorremmo un giorno non dover più contare i numeri delle vittime. Vorremmo un giorno smettere di ripetere che il ricatto economico, l’annientamento psicologico, la relazione di possesso e controllo, non sono altro che violenza. Vorremmo che fosse chiaro. E sconfitto. Ma quel giorno ci pare lontano ogni volta in cui le notizie parlano di femminicidio. “Siamo ancora lì” ci capita di pensare. Da gennaio 2023 è successo in Italia per 106 giorni. 106 donne uccise. Il Ministero della Salute ha da poco aggiornato i dati: 87 sono le donne ammazzate in ambito familiare o affettivo. Di queste, 55 sono vittime dei compagni o di ex. Più di una donna su tre ha subito nella vita un qualche tipo di violenza fisica o sessuale. Il 62,7% degli stupri sono commessi da partner. L’Istat segnala inoltre che nella maggior parte dei casi la richiesta al 1522 avviene soprattutto dopo una violenza fisica o psicologica. Per comprendere meglio il fenomeno, bisogna tenere in considerazione che quando le violenze sono multiple, spesso è quella economica, oltre a quella fisica, ad essere associata alle altre. Infine, 1 donna su 4, tra coloro che contattano i servizi, ha paura di morire. 

Guardando al nostro contesto, in Valle d’Aosta il Centro Antiviolenza ha visto da gennaio a novembre 65 nuovi accessi, 10 in più rispetto allo stesso periodo del 2022. Le donne che si sono rivolte al Pronto Soccorso sono invece 250. In tutto, nel 2022, erano 151. La maggior parte (200) sono italiane, 17 provengono da paesi extraeuropei e 10 dall’Europa. Nel 33% dei casi la violenza avviene in un ambiente domestico, nel 32% in strada, il restante 35% riguarda i contesti di lavoro e gli esercizi pubblici. La Casa Rifugio “L’Arcolaio” ospitava nel 2020 9 donne, nel 2021 sono state 17, nel 2022 16. 

L’analisi dei dati può indicarci due strade, probabilmente coesistenti. La prima ci presenta un fenomeno in aumento, una crescente richiesta di aiuto potrebbe essere sintomo di un crescente numero di vittime. L’altra ci fa supporre che stiano funzionando i mezzi di informazione e divulgazione e che il sommerso stia venendo a galla, che le donne riescano con meno difficoltà ad accedere ai servizi. Tuttavia, a mio avviso la questione rimane ed è prioritaria, sia per significato che per tempistiche: perché non riusciamo ad intervenire efficacemente sulla prevenzione? Per questo abbiamo bisogno di un cambiamento radicale della matrice culturale. È necessario abbandonare quell’idea per cui la violenza verbale è goliardia, per cui l’insulto provocatorio e sessista può essere giustificato. Bisogna educare alla relazione paritaria, distorta oggi da quegli afflati prepotenti di patriarcato che vedono nel controllo e nel potere l’unica possibilità. E no, non cadiamo nel rischio di fare di questo tema una questione di età. Anzi. Il Centro Donne contro la violenza fa emergere da un paio d’anni l’aumento delle richieste di aiuto di giovani minorenni, vittime di violenze dei coetanei. 

E poi c’è un altro tema, quello della denuncia. Solo il 15%, dati del Ministero della Salute, sceglie questa via. Perché? Spesso è la paura di non essere credute o peggio, il timore di essere colpevolizzate. Ecco che diventa fondamentale una formazione strutturata e costante degli operatori delle forze dell’ordine, delle autorità giudiziarie, dei professionisti che affiancheranno le donne nel percorso, avvocati e psicologi soprattutto. 

Eppure il governo taglia i fondi. Calendarizza sì in Senato l’esame del disegno di legge per il rafforzamento del Codice Rosso, di fatto prevedendo un rafforzamento degli strumenti di prevenzione (quali ammonimento, distanza minima di avvicinamento, vigilanza dinamica) e repressione. Elementi su cui il PD è disponibile a collaborare, ha sottolineato la segretaria Schlein. “Ma non basta”, ha detto a più riprese chiedendo l’approvazione immediata di una legge che introduca su tutto il territorio nazionale l’educazione all’affettività in ogni scuola. Tuttavia Meloni decurta di oltre il 70% i fondi per la prevenzione contro la violenza. Dai 17 milioni del 2022, ce ne sono solo 5 sul 2023. 

E, neanche a dirlo, la Schlein è in linea con la Convenzione di Istanbul, entrata in vigore per l’UE lo scorso 1° ottobre. “La violenza sulle donne è una censura delle società democratiche” ha dichiarato Vera Jourovà, vicepresidente della Commissione Europea per i Valori e la trasparenza. La Commissaria per l’Uguaglianza Helena Dalli aggiunse che “Solo quando le donne e le ragazze non vivranno più nell’insicurezza, nella paura e nella violenza quotidiane, vivremo in un’Unione veramente equa e paritaria”. 

E in Valle d’Aosta come ci muoviamo? Ad aprile scorso il Consiglio Regionale ha approvato il Piano Triennale degli interventi contro la violenza di genere per il periodo 2023-2025. Individua tra i prossimi obiettivi la capillarizzazione delle campagne di comunicazione sociale, di progetti anti-violenza, di informazione e prevenzione. “Nel triennio” scrivono “sarà inoltre importante affrontare il tema della violenza sessista nella rete (…), coinvolgere attori diversificati tra cui enti locali, scuole, università nella produzione partecipata di iniziative”. Se da una parte l’attenzione deve stare sulla sensibilizzazione, dall’altra le risorse erano e sono sulla formazione agli operatori delle agenzie segnalanti, agli insegnanti, agli ordini professionali. Il piano ritiene poi doveroso, così come indicato anche nella Convenzione di Istanbul, il contrasto della violenza di genere anche attraverso la presa in carico degli uomini maltrattanti per cui sono state presentate le fasi iniziali del progetto nello scorso mese di settembre. 

Anche la Consulta Regionale per le Pari Opportunità ha inevitabilmente scelto di inserire il tema del contrasto alla violenza tra le priorità su cui lavorare sin dal suo insediamento (nello scorso luglio). Il 25 novembre aprirà le pagine social con la promozione di una campagna di sensibilizzazione rivolta ai giovani e ai giovani adulti, contro ogni violenza, fisica, psicologica, economica, sessuale, verbale, vissuta in casa, via web o sul posto di lavoro. 

La Consulta per le Pari Opportunità e la non discriminazione del Comune di Aosta ha recentemente promosso la rassegna Miroir in cui, oltre ad alti interventi, ha presentato la Convenzione di Istanbul, dialogando con l’Ordine degli Avvocati, con l’Ordine degli Psicologi e con il Centro Donne contro la violenza. 

Il PD VdA si dissocia dalle parole dei Consiglieri Distort e Manfrin

Ancora una volta in Consiglio Regionale la Lega ha dimostrato un atteggiamento lontano dalla realtà. I consiglieri Distort e Manfrin hanno sostenuto nella giornata di ieri che il patriarcato “ha dato intere generazioni di uomini forti e stabili” lasciando intendere che non sia la causa dei fatti di violenza contro le donne di cui leggiamo quasi quotidianamente nella cronaca nazionale. In aula si è ricordata Giulia Cecchettin, uccisa non più di una settimana fa. Non è l’ultima vittima: dopo di lei un’altra donna è stata uccisa e un’altra ancora sfregiata con l’acido. Il Consiglio Regionale ha sottolineato la necessità di un cambio di passo, in cui a mutare deve essere prima di tutto la cultura maschilista. Questo cambiamento può avvenire solo attraverso gesti quotidiani, dall’educazione dei propri figli e figlie, per cambiare la visione della donna come una proprietà di cui disporre, “inserendo nei programmi scolastici l’educazione sessuale e all’affettività, ma anche nella divisione dei compiti in casa e quindi nella quotidianità”. Sono, queste ultime, le parole di Andrea Padovani che prosegue “la violenza maschile contro le donne, contro la quale il Consiglio ha dotato la regione di un piano programmatorio al quale bisogna continuare a dare gambe, non è un problema solo delle donne, ma è un problema di tutta la società”.

Parole come quelle dei consiglieri Distort e Manfrin stridono nell’impegnativa dell’intero Consiglio. Come Partito Democratico, come donne e uomini di questo territorio, non possiamo accettarle. E’ grave che siano state pronunciate in una sede istituzionale. Affermare che la via da inseguire sia “ritornare a educare maschi forti, ripercorrere il ruolo autentico del maschio alfa e dei suoi modelli virtuosi” è contro il modello di una società plurale, paritaria, antiviolenta e giusta. Indicano, inoltre e non possiamo non evidenziarlo, quanto il maschilismo machista sia insediato nella nostra cultura. Non possiamo congelare l’ideologia della prevaricazione e del controllo maschile come una delle possibilità di lettura, sostenendo che sia una percezione del genere femminile. Essa è da combattere perché sbagliata, senza opzioni. 

Per questo il Partito Democratico continuerà a lavorare, sostenendo il Piano triennale degli interventi contro la violenza di genere” approvato in Consiglio il 19 aprile scorso, organizzando eventi di sensibilizzazione e tenendo alta l’attenzione su questi temi. 

Non possiamo rimanere indifferenti, è un impegno e una responsabilità di tutte e di tutti. 

Forum Nazionale Disabilità, Diversità e Fragilità

Nel 2021 alcuni Giovani Democratici hanno fatto nascere il Forum Disabilità dei GD che nel 2023 si è trasformato nel Forum Nazionale delle disabilità, diversità e fragilità.

Prima con la guida di Elisa Bortolazzi ed Enrichetta Alimena, oggi di Elisa Bortolazzi e Simone Macchioni, il Forum è cresciuto e si è ingrandito coinvolgendo persone provenienti da tutta Italia. Oggi fanno parte del Forum Ezio Bellentani, Clarissa Cavola, Sandra Creanza, Mia Diop, Mafalda Maria Cristina Cocozza e Cecilia Lazzarotto.

Lo scopo del Forum è quello di aiutare il nostro Paese a dotarsi di Politiche che siano in grado di coniugare il progresso civile, sociale ed economico con l’accettazione, l’inclusione e il rispetto delle “diversità”, in ogni ambito della società, attraverso l’abbattimento di ogni barriera, sia essa architettonica, sensoriale, cognitiva, culturale e/o sociale.

Il lavoro del Forum si è concentrato nel 2023 sulla stesura di una proposta di legge di iniziativa popolare sull’Universal Design per un Paese davvero accessibile a tutte e tutti, nessuno escluso. Infatti, esso consente di realizzare spazi, ambienti e servizi fruibili dal maggior numero di persone possibili, senza, però giungere a soluzioni “su misura” e, quindi, “ghetizzanti”. La proposta di legge è stata accolta positivamente da alcuni parlamentari del Partito Democratico che hanno deciso di sostenere l’iniziativa.

Dopo un gran lavoro dietro le quinte, il Forum è pronto a presentare la proposta di legge durante un evento pubblico nel mese di gennaio a Bologna. L’evento darà voce ad associazioni e persone che vivono la disabilità nella loro quotidianità, per comprendere al meglio il senso della proposta di legge del Forum.

Per anticipare il ruolo del Forum Nazionale delle Disabilità, diversità e fragilità in Valle d’Aosta, verrà organizzato un incontro nelle prossime settimane  presso la sede del Partito Democratico della Valle d’Aosta in corso Battaglione. Sarà presente la delegata valdostana, Cecilia Lazzarotto, insieme agli altri componenti del Forum.

Lettera del Segretario: manovra economica

La differenze politiche tra il PD e un governo inadeguato come quello a guida Giorgia Meloni sono sempre più evidenti, ma si sono ancora di più palesate dopo la presentazione in Direzione Nazionale della contromanovra del Partito Democratico. Emergono due idee diverse del Paese. Quella dell’abbandono delle fasce sociali più deboli del Paese a fronte di investimenti inutili e onerosi come quelli del ponte sullo stretto, e la contromanovra del PD che promuove invece l’idea di porre maggiore attenzione a una distribuzione più diffusa con grande attenzione ai temi sociali.

Allora un ponte in meno e più attenzione a pensioni, sanità, scuola e università pubblica e a un grande piano casa per ridare dignità a chi oggi è in difficoltà, rifinanziando tra le varie iniziative quella del fondo affitti oggi svuotato dalla destra.

Ancora trasporto pubblico gratuito per i più giovani, un accelerazione sul tema delle comunità energetiche e sul finanziamento delle fonti rinnovabili, la stabilizzazione nella pubblica amministrazione per fare funzionare meglio la macchina a fronte di sfide epocali come il PNRR.

Resta prioritario per il PD un salario minimo, che interesserebbe tre milioni e mezzo di cittadini e cittadine ora abbandonati in un far west salariale che di fatto crea nuovi poveri.

È stato un pomeriggio proficuo quello della direzione che ha davvero messo nero su bianco delle differenze siderali tra chi in campagna elettorale ha fatto promesse e basta e che oggi si trova al palo, e chi invece come il PD immagina una manovra finanziaria seria con un’idea di distribuzione e promozione di un paese delle opportunità per tutti e tutte.

Peraltro la manovra Meloni sta ottenendo un piccolo record. È criticata da tutti. Imprese, associazioni di categoria, sindacati. Temo non sarà un caso, ma al di là della legittima critica politica il timore vero è che l’incapacità conclamata di dare risposte del governo picchierà duro sulla società. Non sarà banale per nessuno, ma soprattutto per chi già oggi è in difficoltà (basti pensare al numero dei poveri in costante aumento). Il cosiddetto fronte comune e la necessità di una proposta alternativa a questo governo resta un’urgenza. Bisogna farlo seriamente. Lo dobbiamo alle nostre idee, lo dobbiamo a chi non ne può più del populismo imperante che vive di slogan ma che poi carte alla mano non da nessuna risposta se non promuovere una manovra pericolosa, divisiva, che creerà maggiori emergenze  sociali. L’esatto contrario della nostra idea di società e di Paese.